Vladimir Putin è disponibile a discutere di un accordo di cessate il fuoco in Ucraina con Donald Trump pur escludendo di fare importanti concessioni territoriali e insistendo affinché Kiev abbandoni le ambizioni di entrare nella Nato: lo riporta Reuters sul sito citando cinque fonti. Secondo i cinque attuali ed ex funzionari russi il Cremlino potrebbe ampiamente accettare di congelare il conflitto lungo le linee del fronte. Secondo tre fonti, potrebbe esserci spazio per una trattativa sulla precisa spartizione delle quattro regioni orientali di Donetsk, Luhansk, Zaporizhia e Kherson, parzialmente occupate dalla Russia.
Sulla anticipazione è intervenuto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dalla Tass, facendo riferimento all’articolo Reuters che dettaglia i punti su cui Putin potrebbe negoziare. “Il presidente ha ripetutamente e coerentemente dichiarato la sua disponibilità al contatto e ai negoziati” ma “nessuno scenario di congelamento del conflitto” in Ucraina “ci andrebbe bene”: “Per noi è importante raggiungere i nostri obiettivi, che sono ben noti a tutti”, ha dichiarato ancora Peskov riferendosi all’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe.
La linea di comunicazione istituita per disinnescare le crisi tra il Cremlino e la Casa Bianca non è attualmente in uso, ha detto il portavoce della presidenza russsa Dmitry Peskov all’agenzia Tass. “Abbiamo tra i due presidenti di Russia e Stati Uniti una speciale linea sicura per le comunicazioni”, ha detto Peskov mercoledì, secondo l’agenzia. Ma alla domanda se questa linea sia ancora in uso, anche per le emergenze, il portavoce ha risposto: “No”. L’ultima telefonata del presidente Vladimir Putin con il suo omologo statunitense Joe Biden è stata il 12 febbraio 2022, secondo il Cremlino, pochi giorni prima che la Russia lanciasse la sua invasione su vasta scala dell’Ucraina
Da Pechino invito alla calma sul nucleare
La Cina chiede “calma” e “contenimento” dopo la firma da parte di Vladimir Putin della nuova dottrina nucleare russa che estende i casi in cui Mosca prevede una risposta con l’arma nucleare. “Nelle attuali circostanze, tutte le parti dovranno mantenere la calma e dare prova di contenimento, lavorando insieme con il dialogo e le consultazioni per allentare le tensioni”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian.
Dopo i missili americani Atacms, ora l’Ucraina ha il via libera per lanciare anche i missili britannici Storm Shadow contro il territorio della Russia. Si tratta di armi sofisticate in grado di eludere le difese nemiche volando a bassa quota.
Gli Storm Shadow (ombra della tempesta o “Scalp” per i francesi) sono missili da crociera che vengono lanciati da aerei in volo. Ogni missile è lungo circa 5 metri e pesa sui 1.300 chili, di cui 450 di testata. Ogni Storm Shadow costa 1 milione di dollari.
Una volta impostato l’obiettivo, il missile segue una rotta guidata dal Gps senza possibilità di cambiare direzione. Sono particolarmente efficaci contro bunker blindati, magazzini, strutture pesanti e piste di aeroporti.
Una volta avvicinatosi al bersaglio, il missile sale di quota e poi si lancia improvvisamente verso il basso ampliando l’angolo di caduta e, di conseguenza, il potere distruttivo.
La loro gittata massima è di 250 chilometri. Questo significa che se gli ucraini dovessero lanciare un missile dal loro spazio aereo verso la Russia potrebbero potenzialmente colpire grossi centri come, ad esempio, le città di Kursk o Voronez. Gli ucraini hanno però chiesto unicamente il permesso di sganciarli contro obiettivi militari.
Gli Storm Shadow erano già stati forniti a Kiev da Londra e Parigi sin dal 2023, ma alla condizione che venissero impiegati solo contro obiettivi russi sul suolo ucraino.
Il lancio di ordigni occidentali sul territorio russo è stato per mesi un tabu, dal momento che Usa e nazioni europee temevano una possibile escalation da parte di Putin.
Il via libera al contrattacco contro l’entroterra russo è inizialmente arrivato da Joe Biden, presidente Usa uscente, che teme che alla data di insediamento del suo successore Donald Trump i negoziati di pace possano cristallizzare lo status quo, ovvero la cessione del 22% del territorio ucraino al Cremlino.
L’impiego dei missili Storm Shadow contro la Russia avrebbe l’immediato effetto di fermare l’avanzata delle truppe del Cremlino, che anzi potrebbero retrocedere.
Resta l’incognita dell’escalation: fino ad oggi ad ogni massiccio attacco ucraino è corrisposta una reazione russa di violenza pari o superiore. Il ministro degli esteri russo Lavrov ha già annunciato il contrattacco: “Reagiremo”.
E Putin ha aggiornato la dottrina nucleare del Cremlino, ampliando i criteri per l’uso delle armi atomiche: un decreto oggi autorizza la Russia a rispondere con ordigni nucleari anche a seguito di attacchi convenzionali con missili occidentali.
L’Ucraina, dopo i missili americani Atacms, lancia anche i missili anglofrancesi Storm Shadow/Scalp contro obiettivi in Russia. Kiev cerca un’ulteriore svolta nella guerra, che ha superato i 1000 giorni, e sfrutta il via libera ottenuto dai partner occidentali: gli attacchi possono colpire obiettivi militari in territorio nemico, in particolare nella regione di Kursk, dove Mosca prepara la controffensiva schierando anche migliaia di soldati nordcoreani.
“Stiamo usando tutti i mezzi per difendere il nostro paese, non scenderemo nei dettagli. Stiamo facendo capire che siamo in grado di rispondere”, dice il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov. Nessuna conferma ufficiale sul lancio di Storm Shadow, almeno 12, che avrebbero colpito un centro di comando. Silenzio formalmente anche da Londra e da Parigi. Gli elementi sul campo, però, non mancano.
Nell’area del villaggio di Maryno, nel Kursk, vengono rinvenuti frammenti di un missile: la scritta Storm Shadow appare evidente e l’immagine viene pubblicata da un blogger militare russo. Il missile, che ha un raggio d’azione di circa 250 km, è caduto a circa 50 km dal confine.
Kiev batte un colpo in una giornata ad altissima tensione, caratterizzata dall’allarme che scatta nella capitale per il rischio di un massiccio attacco missilistico. Chiudono diverse ambasciate, compresa quella dell’Italia, in un clima di attesa e paura. Alla fine, non arrivano né missili né droni.
“La ridda di informazioni che abbiamo avuto, i messaggi di panico che sono stati inviati aiutano solo la Russia”, dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale al termine di una giornata in cui “c’è stata molta preoccupazione e molti interrogativi su qualche tipo di pericolo particolare. E’ sempre essenziale prestare attenzione agli allarmi aerei che vengono diffusi”.
Le mine antiuomo possono fare la differenza
Il leader ucraino può rallegrarsi per altre news, come quella relativa alla fornitura di mine antiuomo sbloccata dagli Stati Uniti. In pochi giorno, dopo l’ok all’uso degli Atacms contro obiettivi russi, dal presidente uscente Joe Biden arriva un altro semaforo verde fondamentale. La decisione degli Stati Uniti, dice Zelensky, è “molto importante” per fermare gli attacchi russi.
Le mine “rafforzeranno davvero le nostre truppe al fronte” e non si tratta di una frase di circostanza: con l’inverno alle porte e il terreno sempre più ostico tra neve e fango, la Russia si affida sistematicamente ad attacchi a ondate, senza curarsi delle perdite di uomini che vanno all’assalto a piedi. Le mine americane possono diventare barriera determinante lungo tutto il fronte: dal Donetsk, dove le forze di Mosca premono da mesi, al Kursk, dove stanno per entrare in scena anche migliaia di soldati della Corea del Nord.
Per la prima volta dall’inizio della guerra, la Russia ha lanciato un attacco contro l’Ucraina con un missile balistico intercontinentale (Icbm). Lo ha denunciato l’Aeronautica di Kiev, secondo cui il lancio è avvenuto dalla regione di Astrakhan. Nel raid, sarebbero stati lanciati sei missili RS-26 Rubezh. L’attacco russo, secondo Kiev, si è concentrato sulla regione di Dnipro. Il primo bilancio fa riferimento ad almeno 2 feriti. Il missile RS-26 Rubezh ha una gittata di migliaia di chilometri e può portare sia testate convenzionali che nucleari.
Il Cremlino non commenta la notizia diffusa da Kiev. “Non ho nulla da dire, questa è una domanda per la Difesa”, risponde ai giornalisti il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov.
I missili sono protagonisti assoluti del conflitto. Kiev, dopo l’ok degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, ha iniziato a lanciare missili a lungo raggio Atamcs e Storm Shadow contro obiettivi militari in Russia, in particolare nella regione di Kursk.
Il ministero della Difesa russo rende noto che i sistemi di difesa aerea hanno abbattuto due missili britannici.