‘JANNACCI… E DINTORNI’, UNA RAPSODIA TRA IRONIA, EMOZIONE E NOSTALGIA, di Emanuela Lalle

Dal 21 novembre al 1° dicembre 2024, il Teatro Sala Umberto di Roma ospita Jannacci… e dintorni, uno spettacolo che omaggia la genialità di Enzo Jannacci, attraversando i luoghi, i personaggi e le atmosfere che hanno segnato la sua carriera, intrecciandola con quelle di altri giganti della musica e del teatro italiano come Giorgio Gaber, Paolo Conte e Fabrizio De André. Diretto da Lorenzo Gioielli e prodotto da Viola Produzioni in collaborazione con Jando Music, questo viaggio teatrale-musicale riesce a catturare l’anima e la complessità di un artista che ha saputo raccontare l’Italia con ironia, malinconia e profondità.

Sul palco, Simone Colombari e Max Paiella, affiancati da una straordinaria band di sei elementi diretta dal maestro Attilio Di Giovanni, non si limitano a celebrare Jannacci: lo vivono, lo reinterpretano, lo fanno rivivere davanti ai nostri occhi. Tra canzoni immortali come “El purtava i scarp del tennis” e “Vengo anch’io. No, tu no”, monologhi divertenti e riflessioni commoventi, lo spettacolo si snoda con una leggerezza che non tradisce mai la profondità del messaggio.

La regia di Gioielli è impeccabile: ogni dettaglio, dalla scelta delle luci al ritmo delle transizioni, contribuisce a creare un’atmosfera sospesa tra passato e presente. La band, composta da Gino Marinello (chitarra), Alberto Botta (batteria), Flavio Cangialosi (basso e fisarmonica), Mario Caporilli (tromba), e Claudio Giusti (sax), è più che un accompagnamento musicale: è una presenza viva, capace di evocare tanto il fumo dei locali jazz quanto i colori malinconici di una Milano in bianco e nero.

Colombari e Paiella dimostrano una versatilità straordinaria: cantano, raccontano, giocano con il pubblico e riescono a incarnare la dualità di Jannacci, il medico e il cantautore, l’uomo capace di far ridere e piangere nello stesso istante. La loro narrazione ci restituisce l’immagine di un Jannacci che non si accontentava mai, nemmeno di sé stesso: un artista che a un certo punto abbandonò la musica per dedicarsi alla medicina, salvo poi tornare con canzoni ancora più dense e impegnate.

Lo spettacolo non si limita a raccontare: emoziona, coinvolge e commuove. Ci sono momenti in cui si ride di gusto, altri in cui un velo di nostalgia cala sulla sala, ricordandoci quanto Jannacci abbia saputo raccontare l’umanità nei suoi aspetti più semplici e universali. È impossibile non sentirsi toccati da brani come “Vincenzina e la fabbrica”, che dipingono vite minime con una poesia che lascia il segno.

Alla fine, il pubblico tributa un applauso lungo e sentito, consapevole di aver assistito a uno spettacolo senza difetti, in cui ogni elemento – musiche, recitazione, regia, luci – è stato curato con maestria. Jannacci… e dintorni è molto più di un tributo: è un’esperienza che riesce a catturare lo spirito di un’epoca e l’essenza di un uomo che ha fatto della semplicità una forma di arte complessa.

Se amate Jannacci, o semplicemente volete scoprire qualcosa di più su di lui, non perdete questo spettacolo: vi farà ridere, riflettere e, forse, commuovere.

Jannacci… e dintorni: un gioiello teatrale consigliatissimo.

Emanuela Lalle

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