La crescente polarizzazione della democrazia in America influenzerà le democrazie europee di per sé già polarizzate

La vittoria di Trump è stata commentata in Europa soprattutto per le ripercussioni che può avere sulle democrazie del Vecchio Continente. È un decennio che assistiamo ad una crescente polarizzazione della democrazia americana. Sempre di più assistiamo ad una fuga dell’ elettorato dal centro moderato verso le destre e le sinistre estreme. Gli estremismi si alimentano a vicenda, l’uno ha bisogno dell’ altro, come i vasi comunicanti. In America i trumpisti sono la controparte di chi vuole il disarmo della polizia, della rivolta nelle università, dei diritti civili dei gay e dell’aborto. L’ indebolimento della leadership degli Usa nel mondo si combina con una progressiva polarizzazione della politica all’ interno e nello stesso tempo si accompagna ad un aumento della polarizzazione in seno a molte democrazie europee. In Francia l’ elettorato ha premiato le destre e le sinistre estreme, così anche in Germania, dove questo fenomeno era stato tenuto a freno data l’ esperienza negativa patita dal nazismo. Se diamo invece uno sguardo all’ Italia possiamo dire che fa storia a sé, perché a partire dalla fondazione della Repubblica, la polarizzazione politica è sempre stata molto alta. Dopo la caduta del muro di Berlino l’ Italia è andata in controtendenza, ha conosciuto i conflitti politici collegati all’ ascesa al potere di Silvio Berlusconi. La divisione tra berlusconiani e antiberlusconiani assunse, quasi, il tono di scontro tra civiltà, sostituendo quello tra comunisti e anticomunisti che aveva caratterizzato il periodo della Guerra Fredda. Ad oggi le cose non sono cambiate se si considera lo scontro in atto tra opposizione e maggioranza di governo e tra quest’ ultima con la magistratura e i sindacati, soprattutto la CGIl. La nuova fase di polarizzazione politica entro le democrazie in Europa coincide inevitabilmente con il venir meno delle vecchie alleanze internazionali. Quando la leadership americana era forte le democrazie europee erano protette e sorrette dall’ ordine internazionale in cui erano inserite. Con l’ arrivo di Trump tutto è svanito. Le democrazie europee hanno molto meno strumenti di un tempo per difendersi dalle spinte distruttive che si possono manifestare all’ interno. Con il venir meno della protezione americana si sente sempre di più l’ esigenza di un processo di integrazione europea. Ma molto dipende dalla crisi politica in cui è sprofondata la Germania che con la sua leadership continentale si è sempre trascinato dietro molti Paesi europei. Non è possibile realizzare l’ integrazione europea senza governi stabili e forti nei principali Paesi dell’ UE. Ma la stabilità e la forza non vanno d’accordo con la polarizzazione e la radicalizzazione dell’ elettorato. Occorre che le componenti più moderate e responsabili delle maggioranze e delle opposizioni nei vari Paesi europei si rendano conto di ciò e si sforzino di contrastare le spinte estremiste. Si corre il rischio che di questo passo, si delinei un quadro internazionale in cui le democrazie potrebbero correre seri rischi. E’ opportuno pensare che le democrazie non sono eterne.

Andrea Viscardi

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