Dagli albori si è sempre pensato che dovesse esser il ‘pater familias’ a portare i soldi a casa, ad emigrare in cerca di lavoro e che la donna dovesse solo bare alle faccende di casa, curano la crescita dei bambini, ma oggi è cambiato il pensiero dei cittadini, con l’evoluzione della parità dei sessi, tra uomo e donna non c’è più nessuna differenza e allora anche le donne possono emigrare e contribuire in primis alla vita menage economico e familiare. Secondo un sondaggio dell’Istat, si conta un maggior numero di donne tra gli immigrati provenienti dall’Europa orientale: moldave, bulgare e rumene superano abbondantemente il 50% della quota arrivi. La comunità più rappresentata è quella rumena che, in termini assoluti, sfiora nell’ultimo decennio il milione di arrivi, 943 mila, pari in termini relativi a un immigrato ogni quattro, seguono le comunità albanese , 278 mila iscritti, marocchina,258 mila, ucraina,215 mila e cinese,150 mila. Il parziale riequilibrio della composizione di genere a favore della componente maschile viene di fatto esercitato dai cittadini di Paesi africani o asiatici.