Il presidente francese Francois Hollande, ha fatto capire fin dai suoi primi passi da la moderazione e normalità, anche negli spostamenti, rinunciando all’aereo ed usando mezzi come treno e auto alla “velocità consentita” e senza sirene. Uno stile gradito dai cittadini francesi, ma non dagli uomini della scorta. All’improvviso, lo staff che garantisce la sicurezza dell’inquilino dell’Eliseo deve confrontarsi a situazioni inedite: dal viaggio assieme ad altri passeggeri verso il vertice di Bruxelles, allo stop al semaforo rosso di un incrocio. “Niente di più rischioso”, secondo un esperto di sicurezza, “una situazione che rende molto vulnerabile la persona da proteggere”. Insomma un rompicapo, per non dire un incubo per i servizi, scrive Le Figaro: se Hollande dovresse prendere l’abitudine di recarsi a Bruxelles in treno, essendo pubblico il calendario dei vertici, i suoi viaggi diventerebbero un bersaglio facilissimo, non solo per malintenzionati, ma anche per curiosi e giornalisti. E come proteggerlo, in auto fermo all’incrocio? Intanto però qualche vantaggio si registra già per le casse francesi: il viaggio a Bruxelles per Hollande e la sua delegazione, circa una ventina di persone, è costato 6mila euro, contro i 20mila dei due Falcon in volo.
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