Denunciando “il genocidio collettivo commesso dal regime” del presidente Bashar al Assad, il premier siriano Riad Hijab ha oggi annunciato la sua diserzione e si è rifugiato con la famiglia in Giordania, da dove ha proclamato l’adesione alla causa degli insorti e alla “rivoluzione”. Sullo sfondo di un piano organizzato “nei minimi dettagli da almeno due mesi” e “portato a termine grazie all’Esercito libero” (Esl, ribelli), Hijab, sunnita di Dayr az Zor, è ora “in un luogo sicuro” nel regno hascemita “assieme ad altre dieci famiglie” a lui legate, hanno riferito fonti dell’opposizione. Le parole del premier – riecheggiate mentre si moltiplicano le notizie di defezioni fra i ranghi della nomenklatura – sono state affidate al portavoce, Muhammad Otri, che è intervenuto sugli schermi della tv panaraba al Jazira, finanziata dal Qatar: “Il regime sta commettendo un genocidio collettivo, si tratta dei peggiori crimini che possono essere commessi”, ha fatto dire Hijab nel suo comunicato.
“Mi unisco alla rivoluzione, ma sono stato al suo fianco sin dall’inizio”, ha assicurato, sostenendo di non aver potuto disertare prima poiché “minacciato di morte”. “Tutti i ministri vorrebbero disertare – ha aggiunto l’ormai ex premier – ma non possono perché in Siria vige uno stato di polizia: chiunque osi opporsi rischia la morte e così i suoi familiari”. Lo scorso giugno Hijab, ex ministro dell’agricoltura e militante della prima ora del Baath (il partito degli Assad), era stato incaricato di formare il governo dopo le elezioni del 7 maggio. “Non avevo altra scelta e se avessi rifiutato mi avrebbero ucciso. Ma sin dall’inizio ho pensato a come disertare e a contribuire a far crollare il regime”, ha detto l’ex governatore di Quneitra e Latakia. L’agenzia ufficiale Sana riferisce che ieri Hijab aveva presieduto una riunione del consiglio dei ministri a Damasco.
“Ho interrotto le comunicazioni ieri”, ha affermato l’ex premier precisando di esser fuggito “solo quando sono stato sicuro che i miei familiari sarebbero stati tratti in salvo”. Mentre le forze governative restano comunque all’offensiva sia a Damasco sia ad Aleppo, Assad ha intanto designato premier ad interim Omar Ghalawanji, già ministro delle amministrazioni locali. Mentre il ministro delle finanze Muhammad Jleilati risulta essere stato arrestato prima della fuga.
(Ansa)