“Faremo di tutto per proteggere i nostri cittadini americani. Nessun atto di terrore resterà impunito”. Promette vendetta con Chris Stevens, l’ambasciatore rimasto ucciso il 12 settembre nell’attacco a Bengasi. A scatenare la violenta protesta, dilagata anche in Egitto e in Yemen, dove tra l’altrosono morte 4 persone, la messa in onda del film anti islam.
Per questo motivo l’amministrazione Usa ha mandato ieri due navi da guerra in Libia come “misura precauzionale” ed ha telefonato ai colleghi di Egitto e Libia per chiedere garanzie sulla protezione dei cittadini e degli interessi americani.
“Credo che la violenza non ha posto nella religione e non è sicuramente un modo di onorarla” ha affermato il segretario di Stato Hillary Clinton che ha preso definitivamente le distanze dal film del fantomatico registra israelo-americano Sam Bacile (dall’indentità non chiara e ormai latitante), affermando “gli Usa non hanno niente a che vedere con il video anti-Islam, è disgustoso e riprovevole”.
Ma la reazione degli islamici non è affatto pacifica: “Se i politici americani dicono il vero sul fatto che non hanno avuto alcun ruolo nella realizzazione del film debbono comunque punire quanti hanno commesso questo crimine efferato e i loro finanziatori”. si legge in una dichiarazione rilasciata dalla Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei. Ed ormai gli scontri si diffondono a macchia d’olio dall’Europa ai Paesi islamici. Non a caso ieri a Saana centinaia di persone hanno lanciato pietre e dato alle fiamme automobili davanti alla rappresentanza diplomatica Usa per protestare contro il film blasfemo.
Al Cairo sono state almeno 224 le persone ferite negli scontri davanti all’ambasciata americana al Cairo. E il presidente egiziano Mohamed Morsi si è impegnato a proteggere “turisti e rappresentanze diplomatiche straniere” ma ha avvertito che gli insulti al Profeta “sono una linea rossa che non va oltrepassata”.
Ma in tutto questo caos, una buona notizia c’è. Questa mattina, quattro persone sono state arrestate perché sospettate di aver avuto un ruolo nell’attacco all’ambasciata americana a Bengasi. E’ quanto comunicano le autorità libiche, secondo quanto riportato dalla Bbc.