Un testa a testa senza precedenti quello tra Barack Obama e Mitt Romney. A quattro giorni dalle elezioni, i due candidati alla Casa Bianca si stanno sfidando in un duello che li vede in parità sia a livello nazionale che in molti degli Stati chiave.
Secondo l’ultimo sondaggio del Washington Post/Abcnews, il presidente è infatti al 49% mentre Romney gli tiene il passo attestandosi al 48%. Ora, i due candidati riprendono la campagna elettorale, dopo la pausa forzata a causa dell'uragano Sandy. Per oggi è previsto il rush finale in Ohio, confronto questo che è stato considerato tra i più importanti tra quelli chiave, dove gli ultimi sondaggi danno Obama in testa di cinque punti. E sono proprio i 18 voti elettorali dello Stato del midwest che, secondo gli analisti, danno al momento al presidente un vantaggio nella mappa elettorale degli Stati Uniti. Come noto, infatti, per ottenere la Casa Bianca, un candidato deve raggiungere 270 voti elettorali che vengono attribuiti vincendo nei singoli stati, ciascuno dei quali ha un determinato numero di voti elettorali a seconda della popolazione. Secondo quindi le ultime proiezioni degli analisti del Post, Obama, con l'Ohio in tasca, potrebbe anche permettersi di perdere in Virginia, Carolina del Nord, Colorado e Florida, ottenendo lo stesso la rielezione. Fermo restando che vinca negli Stati in bilico, ma tradizionalmente orientati verso i democratici, come Pennsylvania e Michigan, e nei tre swing state in cui quattro anni fa ha avuto un consistente vantaggio: Iowa, Nevada e Wisconsin. Sulla base di questa proiezione, Obama potrebbe vincere la rielezione con 277 voti elettorali contro i 261 di Romney.
Marchionne citato in spot pro Obama. E nella campagna pro Obama, ci va di mezzo anche l’Italia. In particolare viene citato l'ad di Fiat Sergio Marchionne. “Romney style: how to destroy your campaign credibility in 5 easy steps”, cioè “lo stile di Romney: come distruggere la credibilità della tua campagna in cinque facili passi”. In tale spot, si torna sulla vicenda delle parole di Mitt Romney sulla Chrysler (“Obama l’ha venduta agli italiani che vogliono fabbricare la Jeep in Cina”), parole contestate dalla Casa Bianca, dai media americani ed infine smentite da Marchionne in una mail inviata ai dipendenti del gruppo Chrylser.
Immediata la replica Di Marchionne: “La produzione Jeep non verrà spostata dagli Stati Uniti alla Cina. E' inesatto affermare qualcosa di diverso”.