Continuano i disordini a Gaza: razzo espode a Tel Aviv. Quindici vittime dall’inizio dell’offensiva

Ancora disordini in Israele.  Un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza è esploso per la prima volta nei pressi di Tel Aviv, per la precisione 15 chilometri a sud est della città israeliana, senza provocare né feriti e nè danni. Lo ha riferito l'esercito israeliano nel secondo giorno della sua operazione militare a Gaza. Le Brigate di Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno affermato sul loro sito di aver sparato “un razzo di fabbricazione locale verso le 16,37 locali su Tel Aviv”.

Per questo motivo,  rinforzi militari egiziani sono partiti dal quartier generale della II armata dell'esercito, ad Ismailiya, verso la frontiera con Israele.  Secondo alcune fonti di sicurezza, è stato inoltre hanno proclamato lo stato massimo di allerta.

Razzo contro palazzo: 3 morti.  Un palazzo a Kiryat Malachi, nel sud del Paese , è stato colpito da un razzo provocando, come comunica un portavoce della polizia Louba Samri, tre morti. Altre persone, invece,  sarebbero intrappolate nella struttura.

Morti anche sul fronte palestinese: almeno 15 (tre dei quali stamane a Khan Younis) e quasi un centinaio di feriti.  Tra le 13 vittime anche tre bambini (di 7 anni e undici mesi), una donna incinta e 8 adolescenti.

Intanto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiamato il presidente egiziano Mohamed Morsi, per rinnovare l’appoggio americano ad Israele. Obama ha poi condannato il lancio di razzi da Gaza su Israele e ribadito il diritto del Paese all’auto-difesa. 

Per far fronte invece all’emergenza israeliana, il consiglio di Sicurezza dell’Onu si è riunito d’urgenza per confrontarsi sulle tensioni in Medio Oriente, con gli scontri fra israeliani e palestinesi. La riunione, chiesta dall'Egitto, si è svolta a porte chiuse ed é durata quasi due ore. Nessuna dichiarazione formale è stata rilasciata alla fine ma il messaggio emerso – spiega l'ambasciatore indiano Hardeep Singh Puri, presidente di turno dei Quindici – e l’unico messaggio lanciato è stato quello dello stop alla violenza. All'incontro sono intervenute l’Autorità Palestinese ed  Israele. “Il popolo israeliano è soggetto quotidianamente e inesorabilmente a una brutale aggressione da parte di Israele”, dichiara l’osservatore permanente dell’Autorità Palestinese all’Onu Ryad Mansour. “Siamo venuti davanti al Consiglio di Sicurezza per dire basta: basta ai bagni di sangue, alle ingiustizie e alle politiche illegali contro i palestinesi” incalza Mansour. Netta  la replica di Israele. “Hamas si nasconde dietro ai suoi civili per colpire i nostri civili” afferma l’ambasciatore israeliano all’Onu, Ron Prosor. Gli Stati Uniti presenti all’incontro, hanno condannato le violenze, pur ribadendo il loro appoggio: “Non vi è alcuna giustificazione per la violenza posta in essere da Hamas e da altre organizzazioni terroristiche verso il popolo israeliano”: é necessario – sottolinea Rice davanti ai Quindici – "porre fine immediatamente a questi atti vili. Attaccare Israele su base quotidiana non aiuta i palestinesi a Gaza né consente loro di avanzare sulla strada dell’autodeterminazione e dell'indipendenza”. Preoccupati per l'escalation di violenze il capo degli affari politici delle Nazioni Unite, Jeffrey Feltman, e la missione britannica che teme per la spirale di violenza che si è creata.

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