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Il ministro Clini, con l’appoggio del Parlamento, ha bene operato in questi mesi approvando per l’Ilva in tempi strettissimi un nuovo ed aggiornato provvedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale all’avanguardia in Europa. Il blocco delle attività deciso dalla magistratura per l’area a freddo impedirà l’avvio delle iniziative per il risanamento dell’area a caldo, creando danni ambientali e danni economici enormi con il rischio di perdere definitivamente una produzione strategica per l’economia del nostro Paese basata sull’industria della trasformazione in cui ha un ruolo strategico l’acciaio. L’Italia ha bisogno di tornare a crescere per creare occupazione, non certo di perdere altre migliaia di posti di lavoro non solo a Taranto, ma in molte altre regioni nelle quali vi sono importanti insediamenti dell’Ilva, come in Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio. Il Governo deve emanare con urgenza, come annunciato dal ministro Clini, un decreto che dia valore legale all’AIA appena approvata. Sono certo che il Parlamento farà la sua parte in tempi strettissimi per trasformarlo in legge, al fine di obbligare l’azienda a realizzare gli interventi prescritti, completare il risanamento e tutelare l’occupazione. Con la buona volontà auspicata dal Cardinale Bagnasco si può trovare, come ha dichiarato l’ex ministro Altero Matteoli, “una soluzione che contemperi la necessità di salvaguardare al massimo salute ed occupazione”. Lo ha dichiarato il senatore del Pdl Andrea Fluttero, segretario della Commissione Ambiente.
