Ammontano a circa 40 milioni di euro, i beni sequestrati dalle fiamme gialle del Comando Provinciale di Roma ad un imprenditore originario di Reggio Calabria, ma da tempo residente a Roma. Il provvedimento, rappresenta l’epilogo di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nell’ambito di un procedimento per l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale che, a marzo dello scorso anno, aveva già portato il Tribunale di Roma a disporre il sequestro dei beni dell’imprenditore calabrese. Quest’ultimo, che aveva stretti rapporti con esponenti del clan “Muto”, è risultato inserito in ambienti criminali dediti a reati di usura, appropriazione indebita e truffe colossali, i cui proventi sono stati reimpiegati nell’acquisizione di attività apparentemente lecite. Dagli accertamenti è emersa la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il tenore di vita dell’uomo, il quale si è avvalso anche di prestanome per “schermare” il suo ingente patrimonio. Nel corso dell’indagine che, oltre il Lazio, ha interessato anche Calabria, Campania, Basilicata e Toscana, sono stati confiscati due unità immobiliari con annessa piscina a Roma, un centro sportivo a Trigoria, alcune autovetture di lusso, di cui due Ferrari, una Porsche e due Hummer, un aliscafo, disponibilità finanziarie e quote societarie. Tra i beni confiscati anche villaggio turistico situato a S. Nicola Arcella, in provincia di Cosenza, costituito da 34 unità immobiliari ed impianti sportivi, che beneficia di un tratto di spiaggia in concessione. La magistratura romana, in considerazione del profilo criminale, ha inoltre disposto ulteriori la sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza per tre anni e dell’obbligo di soggiorno nel Comune di Roma per l’imprenditore.
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