“Il decorrere del tempo non lenisce il dolore”. Questo è il messaggio del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, nel trentaduesimo anniversario della strage della Stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Napolitano continua, “Il mio pensiero va alle ottantacinque vittime di quel vile atto terroristicoe agli oltre duecento feriti, rimasti indelebilmente segnati dall’orrore di quella mattina e sono vicino ai famigliari delle vittime e dei feriti”.
2 agosto del 1980. Una valigia carica di tritolo esplosa in una delle stazioni più affollate d’Italia. Ottantacinque morti, 200 feriti, panico e distruzione. È forse la pagina più oscura della storia del dopoguerra. Un eccidio senza precedenti, in cui al sangue si mescola l’intrigo e il dramma di una verità che non convince fino in fondo. Per la strage di Bologna sono stati condannati in via definitiva Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. La procura di Bologna ha aperto sulla strage un fascicolo bis e indagato due terroristi di sinistra, Christa Margot Frolich e Thomas Kram, tedeschi entrambi ex membri del gruppo di Carlos lo Sciacallo. Eppure la verità su ciò che accadde quel giorno sembra essere ancora lontana.