Ripreso questa mattina davanti al Tribunale di Palermo, il processo a carico dell’ex deputato nazionale e regionale Alberto Acierno, accusato di peculato. “Ci risulta che l’onorevole Acierno non abbia rendicontato una parte delle somme destinate al Gruppo misto e spero che il tribunale ci possa dare ragione”. Lo ha detto il segretario generale dell’Assemblea regionale siciliana Giovanni Tomasello, dinanzi al banco dei testimoni. Secondo la Procura di Palermo, l’ex deputato, avrebbe utilizzato per scopi personali i fondi destinati al Gruppo misto all’Assemblea regionale siciliana e alla Fondazione Federico di cui era direttore dal luglio 2006 al novembre 2007. I magistrati ritengono che Acierno avrebbe utilizzato la carta di credito della Fondazione per giocare al casinò, per viaggi alle Maldive, acquistare cellulari e fare benzina per la barca alle Eolie. Anche la Corte dei Conti ha condannato l’ex parlamentare a risarcire 102mila euro alla Fondazione. Rispondendo alle domande del legale di Alberto Acierno, Tomasello ha ribadito che “non esistono spese personali per i deputati, che hanno un appannaggio per il proprio mandato parlamentare”. E alla domanda se i deputati hanno una carta di credito emessa dall’Ars, Tomasello spiega: “Assolutamente no. Da quando sono segretario dell’Ars non sono mai state emesse carte di credito per i deputati. Non escludo che in passato sia accaduto”. Alla fine della deposizione il presidente del Tribunale Vittorio Alcamo riprende l’avvocato di Acierno dicendo: “Spero che i prossimi testimoni non siano dello stesso tenore, perchè è come chiamare a testimoniare Sergio Marchionne per spiegare il difetto di una Panda costruita a Termini Imerese”. Parole che hanno fatto arrabbiare l’imputato che ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee:”Signor presidente, dice, trattandosi di un processo che mi vede imputato per un reato odioso come il peculato mi devo difendere. E il segretario generale dell’Ars è la persona indicata che può spiegare se ci sono stati movimenti tra l’Ars e soggetti esterni”. L’Ars e la Fondazione Federico II sono parte civile nel processo, rappresentanti in aula dall’avvocato Enrico Sanseverino. Il processo e’ stato rinviato a mercoledì 3 ottobre per sentire altri testimoni chiamati dalla difesa dell’imputato Acierno.