Ancora un agguato in piazza Marianella, periferia a nord di Napoli. È stato ucciso come un camorrista ma era incensurato: Pasquale Romano, 30 anni, freddato con 14 colpi di pistola la scorsa notte, mentre era a bordo della sua auto. La vittima era residente a Cardito ed aveva accompagnato da poco la fidanzata a casa quando è stato assalito dai sicari che, secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, avrebbero utilizzato due pistole calibro 9. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia Vomero e del Nucleo informativo del Comando Provinciale di Napoli. Marianella è uno dei quartieri più degradati e aggrediti dalla criminalità organizzata di Napoli, non molto distante da Scampia, quartiere della nuova faida tra scissionisti e ‘girati’. E proprio nello stesso quartiere è stato ucciso, appena una settimana fa, nella notte tra l’8 e il 9 ottobre scorso un altro giovane, Mario Perrotta, di 27 anni. Il ragazzo aveva appena parcheggiato la propria auto in un garage, quando sono arrivati i sicari che lo hanno ucciso con alcuni colpi di pistola. Non è ancora chiaro se questi due omicidi siano legati tra loro. I carabinieri del Vomero e del comando provinciale stanno scandagliando nella vita di Romano, per verificare i suoi legami familiari e gli amici, nonché quelli della fidanzata. Al momento sembrerebbe che nella sua vita non ci siano mai state amicizie pericolose.
Cardito (il suo paese). “L’intera cittadina di Cardito è sconvolta. La sua famiglia è distrutta. È gente perbene, tranquilla. Conoscevo personalmente Pasquale ed era un ragazzo senza grilli per la testa”. Giuseppe Cirillo, sindaco di Cardito , non riesce a farsi una ragione sull’assassinio di Pasquale Romano. Nel ventaglio delle ipotesi investigative c’e anche quella dello scambio di persona. Il sindaco Cirillo è stato in mattinata a casa dei familiari di Romano: “Sono persone perbene e per questo ho voluto esprimere loro la mia solidarietà”. A Cardito, nella mattinata, di oggi non si parlava d’altro. Sconcerto, dolore ed incredulità. Pasquale Romano, dicono, era particolarmente felice perchè tra qualche mese avrebbe avuto un contratto a tempo indeterminato con la ditta di Pozzuoli, che produce cavi, dove lavorava da qualche tempo. E quindi, avrebbe potuto fissare la data del matrimonio con la sua fidanzata residente nel quartiere dove è stato ucciso. “Cardito non è una metropoli e qui ci conosciamo tutti – aggiunge invece l’ex sindaco Giuseppe Barra – e finiamo per sapere anche se uno prende una contravvenzione stradale di troppo. Quella di Pasquale Romano e una famiglia tranquilla, gente onesta”. I familiari non riescono a farsi una ragione di quanto accaduto. Il ragazzo viveva a Cardito con il papà, pensionato e la mamma. Aveva una sola sorella che è sposata. In paese dicono che la vittima non conosceva altro che il lavoro. “Pasquale è capitato al posto sbagliato nel momento sbagliato – dice il cugino Giovanni Di Cicco – Noi vogliamo che sia fatta chiarezza al più presto e che sia fatta giustizia. Non è possibile morire in questo modo”.