Omicidio Rea: ergastolo a Parolisi. Il padre di Melania: Salvatore ora dica la verità

 

E’ stato Salvatore Parolisi ad uccidere sua moglie, Melania Rea, con 35 coltellate quel 18 aprile 2011 sul Colle San Marco di Ascoli Piceno. Il gup di Teramo Marina Tommolini, accogliendo la richiesta dei pm Greta Aloisi e Davide Rosati, ha deciso che l’ex caporal maggiore dell’esercito deve restare in galera a vita. Per lui ergastolo e perdita della patria potestà genitoriale. Stabilito anche il pagamento di una provvisionale di un milione a favore della figlia Vittoria e di 500mila euro per i genitori di Melania.

Il giorno dopo la sentenza è il padre di Melania a sintetizzare una vicenda che ha sconvolto la famiglia e un intero Paese. “Una sconfitta per tutti” dice Gennaro Rea, con gli occhi gonfi dalla lacrime. Ed ha ragione perché a perdere, in questo macabro omicidio, sono stati tutti. Non ci sono vincitori, solo sconfitti. Al marito di quella sua figlia che non c’è più chiede di parlare, di spiegare perché quel giorno ha ammazzato Melania,  “perché ha ucciso nostra figlia. Come ha fatto a uccidere la mamma di sua figlia”. E ora tutti devono e stanno pensando alla piccola Vittoria: ha solo tre anni, ha perso la sua mamma, uccisa dal suo papà che ora resterà in carcere per tutta la vita. Anche Michele vorrebbe che ora Salvatore parlasse ma non si fa illusioni: “Vorrei tanto che iniziasse a parlare, ma ha avuto due anni di tempo per contribuire alla giustizia e non lo ha mai fatto, ora ci credo poco. Resta una speranza. Abbiamo avuto la verità processuale e giustizia, ma tutto quello che è successo lo sanno solo lui e Melania”.

 

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