Ricariche telefoniche e pause caffè sono deleterie per i lavoratori. La Cassazione ha stilato un vero e proprio vademecum delle ‘leggerezze’ che possono costare il posto di lavoro, o comunque pesanti censure, all'impiegato.
Ricariche telefoniche. È il caso di Giuseppe M.,guardia giurata, che invece di lavorare si è allontanato dal posto di lavoro per effettuare una ricarica telefonica, evidentemente indispensabile per svolgere il suo operato. L’uomo è stato licenziato in tronco per giusta causa.
Telefonate ‘chilometriche’. Sono svariati i casi di dipendenti pubblici che invece di lavorare sono attaccati al telefono come se fossero centralinisti. In molti casi il lavoratore ha pagato con il licenziamento perché secondo la Cassazione ‘troppe chiamate private ledono il rapporto fiduciario con l'azienda se vengono fatte da chi svolge un’attività che richiede particolare attenzione”.
Non poteva mancare la pausa caffè. Tollerato il break soltanto se limitato a ‘pochi minuti’. In questo caso un dipendente che si era fatto male durante la classica pausa caffè in ufficio si è visto negare il risarcimento danni perchè il break era durato ‘più del dovuto’.