Non si fa scrupoli ad entrare. La polizia irrompe alla sede de ‘Il Giornale’, interrompe una normalissima riunione di redazione, e come se avesse di fronte il più feroce dei criminali, notifica gli arresti domiciliari ad Alessandro Sallusti. Ma il direttore non ci sta. Dopo una notte passata al giornale (“Se vogliono mi arrestano qui”, aveva twettato poco prima di mezzanotte) ed in una sorta di sfida con una giustizia che il più delle volte mostra il suo lato peggiore, si rivolge ai suoi redattori: “la prossima riunione la farò da evaso”, dichiara, mente gli agenti lo portano via.
Poco prima Sallusti aveva proposto, su Twitter, uno scambio alle forze dell’ordine: “Voi non violate la sede de Il Giornale, io mi consegno a San Vittore e poi fate quel che volete”.
“Mi costituisco io perché non voglio che venga violato il giornale. Non ‘Il Giornale’, ma un quotidiano”, aveva poi precisato sottolineando che la sua non sarebbe stata altro che “una provocazione politica”.