La ‘salita’ in politica di Mario Monti continua a scompaginare il quadro politico italiano. L’idea del Professore di aggregare i soggetti politici attorno ad una agenda di lavoro andando al di là degli attuali schieramenti politici sta creando non pochi problemi ai partiti italiani. Le fuoriuscite di diversi big dal Pd e Pdl indica che qualcosa sta cambiando. Ma per saper se questo sconvolgimento faccia bene al Proff e soprattutto per avere la certezza della presenza di una Lista Monti, o direttamente riconducibile all’ex commissario eruopeo, alle prossime elezioni politiche bisognerà aspettare il discorso di fine anno di Giorgio Napolitano. Solo dopo aver ascoltato le parole del Presidente della Repubblica Mario Monti deciderà se battezzare con il suo nome quella lista che dovrebbe rappresentare la sua idea di fare politica. I sondaggisti, in attesa della decisione del senatore a vita, iniziano a pesarlo elettoralmente. Risulta ancora difficile quantificare il peso di una Lista Monti perché dipende dalla presenza diretta o meno dell’ex premier in campagna elettorale ma a sentire Antonio Noto, anima di Ipr Marketing che oggi ha sfornato un sondaggio per il Tg3, il professore ha un “potenziale elettorale del 24%”. A leggere i numeri dell’istituto di ricerca il quadro politico dopo la presa di posizione di Monti ne esce abbastanza modificato ed erode consensi alle forze politiche tradizionali. Il Partito Democratico, secondo Ipr Marketing, perde due punti percentuali e, nonostante resti il primo partito secondo le intenzioni di voto degli italiani, scende al 31%. L’effetto Berlusconi si sente ma non fa fare il salto di qualità ad un Pdl che guadagna mezzo punto e sale al 16,5%, diventando di fatto il secondo partito. Brutta battuta di arresto per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che perde il 2,5% e scende al 14%, anche se questo calo non è direttamente legato alla discesa in campo di Mario Monti. Brutte notizie per l’Udc: il partito di Casini perde consensi, è dato al 3,5%, a favore di una Lista Monti oggi accreditata al 10% nelle intenzioni di voto degli elettori italiani. Perde un punto anche Sel che scende al 4,5%, l’Idv rischia di scomparire nelle urne a favore della Lista Arancione che si attesta attorno al due e mezzo per cento. La Lega Nord tiene il campo con il 5,5% e il Fli di Gianfranco Fini resta fermo sempre al 2,5%. Un dato positivo, secondo il sondaggio di Ipr Marketing per il Tg3, è dato dalla riduzione del numero degli indecisi che stanno lentamente posizionandosi verso i partiti tradizionali e le nuove offerte politiche.
Eugenio Bernardo