“L’Italia non necessita di sovvenzionamenti con lo scudo anti-spread perché riteniamo che la strumentazione messa ora in campo dalla Bce, quando sarà operativa, possa allentare sostanzialmente le tensioni sui differenziali”. E’ quanto ha affermato in un’intervista a Repubblica il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, che ha inoltre ribadito che in autunno verrà attivato “il piano pluriennale di rientro del debito pubblico già avviato, e la seconda fase della spending review”. Grilli sottolinea “che non ci sarà alcuna patrimoniale e che l’obiettivo non è solo quello di eliminare l’aumento dell’Iva ma anche di far calare le tasse”. “Non esiste, un ‘caso Italia”, afferma ancora il ministro dell’Economia, perché “siamo tra i Paesi più virtuosi del mondo e ci serve un po’ di fiducia dai mercati. In ogni caso, se esiste, negli ultimi mesi è si è sicuramente ridimensionato grazie all’azione di questo governo”. “Vista la volatilità e le differenze tra tassi di interesse, se la Bce intervenisse per stabilizzare i mercati del debito”, aggiunge, lo farebbe “perfettamente all’interno del proprio mandato”. In merito invece al famoso memorandum of understanding che i Paesi dovrebbero firmare per chiedere l’intervento dello scudo, Grilli ribadisce che si tratta di un “atto unico, senza ‘condizionalità aggiuntive, di tutto ciò che è già stato definito in precedenza con il semestre europeo, il Patto di stabilità e crescita, il Fiscal Compact”. “Nelle prossime mosse del governo, aggiunge il ministro dell’Economia, che farà tutto ciò che serve per mettere in sicurezza il Paese non ci sarà una nuova manovra che non farebbe altro chedeprimere un’economia già in recessione. Mentre si procederà col taglio dello stock del debito pubblico, stimando che dopo la recessione in cinque anni potremmo ridurre il rapporto debito Pil del 20%ì. Il governo sta comunque vagliando tutte le proposte. Ma Snam, Terna, Fintecna stanno bene dove sono, alla Cassa depositi e prestiti perché vogliamo costruire un Polo delle Grandi Ret”.
Analoga situazione Eni, Enel e Finmeccanica che secondo Grilli restano “più solide se convive una componente pubblica e una privata”. Poi un accenno alla data delle prossime elezioni: “In tutto il mondo le democrazie votano. Non sta a me dire quale sia il momento giusto. Finché sarò qui continuerò a lavorare per mettere in sicurezza i conti dell’Italia”.