La Fiat va a picco, ma Marchionne è deciso a non lasciare l’Italia. “In questa situazione drammatica, io non ho parlato di esuberi, non ho proposto chiusure di stabilimenti, non ho mai detto che voglio andar via, non mollo. Mi impegno, ma non posso farlo da solo. Ci vuole un impegno dell’Italia”, ribadisce il leader del Lingotto nel corso di un’intervista a Repubblica.
“Non sono l’uomo nero”, ma l’Italia dell’auto è precipitata in un buco di mercato senza precedenti, abbiamo perso di colpo quarant’anni e qualcuno vorrebbe che la Fiat si comportasse tranquillamente come prima? O è un’imbecillità pensare a questo, o è una prepotenza, fuori dalla logica”, continua ancora Marchionne.
Ma il leader della Fiat si mostra scettico anche rispetto alla possibilità che un incontro con il governo possa migliorare la situazione: “ma poi? Sopravvivere alla tempesta con l’aiuto di quella parte dell’azienda che va bene in America del Nord e del Sud, per sostenere l’Italia, mi pare sia un discorso strategico”. “Fiat – osserva Marchionne – sta accumulando perdite per 700 milioni in Europa, e sta reggendo sui successi all’estero. Sono le due uniche cose che contano. Se vogliamo confrontarci dobbiamo partire da qui: non si scappa”.
Il progetto fabbrica Italia era basato “su cento cose, la metà non ci sono più. Io allora puntavo su un mercato che reggeva,. ed è crollato, su una riforma del mercato del lavoro, e ho più di 70 cause della Fiom. Tutto è cambiato. E io non sono capace di far finta di niente. Anche perché puoi nasconderli ma i nodi prima o poi vengono al pettine. Ecco siamo in quel momento. Io indico i nodi: parliamone”. “Chi se la sentirebbe di investire in un mercato tramortito dalla crisi, se avesse la certezza non soltanto di non guadagnare un euro – aggiunge Marchionne – ma addirittura di non recuperare i soldi investiti? Con nuovi modelli lanciati oggi spareremmo nell’acqua: un bel risultato”. E spiega: “se io avessi lanciato adesso dei nuovi modelli avrebbero fatto la stessa fine della nuova Panda di Pomigliano: la miglior Panda nella storia, 800 milioni di investimento, e il mercato non la prende, perché il mercato nonc’è”.. Le prospettive per le vendite – afferma Marchionne – non sono buone: “non vedo niente”, nessun cambio di mercato “fino al 2014. Per questo investire nel 2012 sarebbe micidiale”.
Critiche Della Valle, Marchionne: “Tanti maestri improvvisati”. “Le critiche alla Fiat e al suo management arrivano da molti improvvisati maestri d’automobile”, attacchi e accuse da “pollaio provinciale”. Lo dichiara l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, che in un’intervista a Repubblica risponde alle accuse verso Fiat. “Ci sarebbe da domandarsi – sottolinea il leader del Lingotto- chi ha dato la cattedra a molti maestri d’automobile improvvisati. Ma significherebbe starnazzare nel pollaio più provinciale che c’è, davanti a una crisi che ci sfida tutti a livello mondiale”. “Tutti parlano a cento all’ora – afferma Marchionne rispondendo agli attacchi di Della Valle- perchè la Fiat è un bersaglio grosso, più delle scarpe di alta qualità e alto prezzo. Finchè attaccano me nessun problema, ma lascino stare la Fiat, per rispetto e per favore”.
Intanto il titolo Fiat va subito sotto in Borsa cedendo il 3,60%.