Istat: in Italia è allarme povertà. Un quarto delle famiglie è a rischio sopravvivenza

In Italia una famiglia su due è a rischio povertà. Un quadro allarmante che emerge dal rapporto sull’ Istat su reddito e condizioni di vita.  Secondo l’istituto di statistica, infatti, nel 2010, una famiglia su due residente in Italia ha percepito nel 2010 un reddito netto non superiore a 24.444 euro l’anno percepisce meno di 19.982 euro (circa 1.665 euro mensili).

Ma ad avere la peggio è soprattutto il Mezzogiorno.  Qui  il reddito medio delle famiglie  è nettamente inferiore a quello dei nuclei residenti al Nord: si calcola infatti che nel meridione si guadagni il 73%del , valore inferiore a quello registrato nel 2009 (76%). Ciò significa che nel Sud e nelle Isole i redditi familiari sono più bassi del 27% rispetto alla media nazionale. Nel Centro la quota si attesta al 94% (era il 96%), a segnalare un aumento del divario territoriale a svantaggio del Centro-Sud. Rispetto al 2010, riferisce l’istituto di statistica, aumentano gli individui che vivono in famiglie che dichiarano di non potersi permettere, nell’anno, una settimana di ferie lontano da casa (dal 39,8% al 46,6%), che non hanno potuto riscaldare adeguatamente l’abitazione (dall'11,2% al 17,9%), che non riescono a sostenere spese impreviste di 800 euro (dal 33,3% al 38,5%) o che, se volessero, non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 6,7% al 12,3%). Il 19,4% delle persone residenti nel Mezzogiorno è gravemente deprivato, valore più che doppio rispetto al Centro (7,5%) e triplo rispetto al Nord (6,4%). Nel Sud l’8,5% delle persone senza alcun sintomo di deprivazione nel 2010 diventa gravemente deprivato nel 2011, contro appena l’1,7% nel Nord e il 3% nel Centro. Le famiglie più esposte al rischio di deprivazione sono quelle più numerose e/o con un basso numero di percettori di reddito. Si trovano più spesso in condizioni di disagio le famiglie monoreddito, come gli anziani soli e i monogenitori, e quelle con tre o più figli minori. Le persone in famiglie a prevalente reddito da lavoro autonomo mostrano una minore diffusione della severa deprivazione di quelle sostenute dal lavoro dipendente o da pensioni. Le famiglie di pensionati sono anche quelle che hanno mostrato i più evidenti segnali di peggioramento tra il 2010 e il 2011. Il rischio di povertà, calcolato sulla base del reddito 2010, mostra aumenti più marcati tra gli individui residenti nelle regioni del Mezzogiorno, in famiglie monoreddito, dove la fonte principale di reddito è da lavoro, sia dipendente che autonomo, tra le coppie con figli, con almeno un minore, i monogenitori e le famiglie di altra tipologia, con membri aggregati.

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