Un errore. Il segretario della Cgil Susanna Camusso giudica così la probabile decisione del Governo, di approvare il decreto sugli esodati il giorno prima della convocazione dei sindacati prevista il 9 maggio.“Ho letto di alcune comunicazioni del ministro che ci hanno molto preoccupato, -afferma Camusso durante il congresso Acli a Roma- le considereremmo una scelta che dice che non c’è confronto né ricerca concreta di soluzioni con le parti sociali. Diciamo invece che bisogna privilegiare il confronto e cercare soluzioni previdenziali a tutti i problemi aperti”.Per Susanna Camusso “se si pensa che sul lavoro si può non fare l’ accordo con i sindacati non si dà un segno di modernità ma si cancella un pezzo importante del rapporto con le persone, un errore che si rischia di ripetere la prossima settimana. Convocare riunione il giorno prima è la solita dimostrazione che non c’è volontà di relazione con le forze sociali”, ha aggiunto.La Cgil comunque andrà al tavolo di confronto con il governo anche se il dl sugli esodati arrivasse prima della convocazione del 9 maggio. “Per carità, noi andiamo sempre ai tavoli a discutere”, ha affermato il segretario generale. “Con le cose che si sono lette sui giornali non siamo di fronte alla soluzione del problema degli esodati ma siamo a considerare conclusa la vicenda con il decreto Milleproroghe che come noto ha affrontato una piccola parte dei problemi che abbiamo”, ha aggiunto Camusso.Il numero uno della Cgil critica il governo anche per l’incarico a Giuliano Amato per la revisione del finanziamento pubblico ai partiti e ai sindacati nell’ambito della spending review. “E’ una delega che non ha natura perché non esiste un finanziamento pubblico ai sindacati a meno che non si voglia pensare che lo siano i permessi e le deleghe sindacali ma, a quel punto, siamo di fronte a un pericolo democratico”. “Quella dei permessi non è una forma di finanziamento ma un esercizio di libertà sindacale – ha continuato – c’è molta propaganda e non si sa come stanno le cose, se il mandato è quello del finanziamento pubblico il tema non si pone. Se si propone il tema di una riduzione della libertà sindacali allora si pone il tema delle libertà democratica”.
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