Mai con il centrosinistra immortalato nella fotografia di Vasto (Pd-Idv-Sel) e mai con un centrodestra appiattito su Pdl e Lega anche se mascherato in una ‘federazione dei moderati’. Per ora solo ‘mani libere’. Libero da vincoli con Berlusconi ma anche da Bersani. E’ questo il nuovo, o meglio vecchio, progetto politico che intende seguire il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. E si affida alle colonne del Corriere della Sera per ribadire l’autonomia del suo partito rispetto alle coalizioni ‘forzate’ che ora siedono in Parlamento: libero dagli attuali schieramenti per decidere di volta in volta con chi allearsi. Una nuova-vecchia svolta che archivia anche quel Terzo Polo che non è mai decollato. Pierferdi, fiutando il brutto clima che si respira in Italia, vuole iniziare a smarcarsi dal binomio centro-destra centro-sinistra sperando di limitare i danni del voto dell’antipolitica che diventa sempre più forte in Italia. Più che una vera e propria strategia, la sua sembra una lotta per la sopravvivenza politica. Per ora, spiega che non si arruolerà in “coalizioni eterogenee già fallite sul campo come dimostrano l’esperienza dei governi degli ultimi dieci anni”. Anche a “rischio di compiere ancora una testimonianza solitaria, come l’Udc da solo ha già fatto alle elezioni 2008 guardata da tutti con incredulità ma poi rivelatasi decisiva per l’interesse del Paese”. Cinque anni fa questa mossa l’ha premiato e spera di ripetere il bis cavalcando ‘democraticamente’ quell’antipolitica che probabilmente risucchierà voti a Pd e Pdl. “Voglio mani libere di poter offrire agli italiani – scrive il leader Udc- una nuova proposta politica che metta assieme le migliori espressioni della società civile, dell’associazionismo, del mondo del volontariato. Insieme a quei politici che dignitosamente hanno fatto il loro lavoro con dignità e serietà”. E si dice disposto a ragionare su tutto, anche su una legge elettorale a doppio turno, da sempre mal digerita. “Le leggi elettorali non producono mai di per sè buona o cattiva politica. Ma ho talmente fiducia nel futuro che sono disponibile a ragionare su tutto, anche sul doppio turno che non è certo il mio modello elettorale preferito. Una sola cosa non è negoziabile: la possibilità che i parlamentari vengano scelti dai cittadini e non dai capi partito”.
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