Laziogate: Polverini vede Alfano. Consiglieri Udc verso le dimissioni

La permanenza di Renata Polverini alla guida della regione Lazio è appesa a un filo. Da pochi minuti è in corso un summit a Montecitorio tra il segretario del Pdl, Angelino Alfano e la governatrice del Lazio. Per ora non si conosce il motivo di questa riunione a sorpresa: probabilmente la Polverini starà concordando le decisioni da prendere in vista del consiglio regionale di mercoledì in cui si discuterà la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione. Un incontro che potrebbe mettere la parola fine alla permanenza di Renata Polverini alla guida della regione Lazio. Intanto dopo le dimissioni in massa di tutti i consiglieri di opposizioni i riflettori sono puntati sull’Udc. I sei esponenti centristi potrebbero diventare l’ago della bilancia ‘politica’ per la permanenza della governatrice alla guida della regione. La decisione definitiva dovrebbe essere presa nell’ufficio di presidenza del partito convocato da segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, per domani mattina. Ma a rompere gli indugi ci pensa Rocco Buttiglione che, intervistato da intervistato da Radio Città Futura, chiede le dimissioni dei sei esponenti dell’Udc. “Pur non avendo nessuna responsabilità in questo scandalo, i consiglieri dell’UDC della Regione Lazio dovrebbero dimettersi”. “Non è facile chiedere a chi non ha colpe, a chi ha lavorato bene ti devi dimettere. Ma non basta più dire io sono bravo, non ho colpe. E’ ora di voltare pagina”. E una nuova pagina potrebbe essere scritta proprio nel consiglio regionale che si svolgerà mercoledì. I numeri per ora sono, ancora, tutti a favore della maggioranza. Per arrivare allo scioglimento del Consiglio regionale del Lazio occorrono le dimissioni di 36 consiglieri. Per ora si contano solo 26 firme: Pd (14), Idv (5), Sel (2), Fds (2), Verdi (1), Socialisti (1), Lista Civica (1). All’appello mancano ancora 10 i dici consiglieri regionali: con le dimissioni degli esponenti dell’Udc si arriverebbe a quota 32 e i due Radicali hanno fatto sapere che daranno il loro appoggio ai dimissionari nel caso “manchino due firme per arrivare a quota 36”. La matematica terrebbe ancora a galla la Polverini ma nell’assise di mercoledì si temono dei franchi tiratori tra le file del centro destra. Intanto continua il fuoco di fila sul Pdl regionale che investe, però, tutto il tutto il partito da nord a sud. Durissimo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che chiede un azzeramento del Popolo delle Libertà. “Dobbiamo guardarci in faccia e aprire un dibattito serio, non dilatorio. Credo serva un azzeramento totale all’interno del centrodestra. Dobbiamo rifondare una realtà che ha bisogno non solo di valori, che ci sono, o di riferimenti politici ma anche di comportamenti che rendono credibili questi valori di fondo come persone, famiglia, nazione e merito. Non possiamo continuare a vivere di espedienti”.

E parole pesantissime giungono anche dal cardinale vicario Agostino Vallini. Il prelato, rivolgendosi al clero romano nella basilica di San Giovanni in Laterano, ha parlato di Roma come una città “dove il tessuto sociale è irritato per gli scandali, i privilegi e i ripetuti spietati delitti”, nella quale “c’é gente che sta bene e tanta sta male”. 

 

Interrogatorio a Viterbo per Fiorito. Franco Fiorito, l’ ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio, indagato per peculato dalla procura della Repubblica di Roma nell’ambito delle indagini sulla gestione dei fondi del gruppo consiliare, sarà interrogato questa mattina a Viterbo dal Pm Massimiliano Siddi per “reato connesso”. Fiorito, assistito dall’avvocato Carlo Taormina, sarà sentito in qualità di testimone. Dovrà in particolare render conto delle fatture depositate alla Pisana per i relativi rimborsi dal consigliere regionale viterbese, suo successore alla guida del gruppo e nemico giurato Francesco Battistoni, secondo il quale le fatture in questione, sarebbero state falsificate, aumentando di decine di volte il loro importo. Il fascicolo di cui è titolare il Pm Siddi è scaturito da tre diversi esposti: uno di Battistoni e gli altri due delle stesse società. Tutte e tre sono stati presentati dopo la pubblicazione sui giornali delle copie delle fatture ritenute gonfiate.

 

 

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