La presunta lettera di Walter Lavitola indirizzata a Silvio Berlusconi in cui l’ex direttore dell’Avanti! si vanta di aver prodotto il dossier per far scoppiare il ‘caso Montecarlo’ segna un’ulteriore rottura tra l’ex presidente del consiglio e Gianfranco Fini. E la querelle finisce in tribunale. Il Presidente della Camera reagisce duramente affermando che “Silvio Berlusconi è un corruttore”. Immediata la risposta del Cav. “Ho dato ampio mandato ai legali per esperire tutte le più opportune e necessarie azioni giudiziarie”contro Gianfranco Fini per le dichiarazioni rilasciate sul caso Lavitola, si legge in una nota dell’ufficio stampa di palazzo Grazioli. “Stupisce che Fini – si aggiunge – fondi le sue opinioni su un documento il cui contenuto non è stato in alcun modo avvalorato dal suo asserito autore e non ha avuto alcun riscontro nelle sedi proprie”.
La casa a Montecarlo. Nella lettera datata 13 dicembre 2011, mai spedita da quanto si apprende, e sequestrata dai pm di Napoli nel pc dell’imprenditore Carmelo Pintabona nell’ambito delle indagini sul presunto tentativo di estorsione ai danni del Cav, Lavitola parla di “4-500 mila euro” di “rimborsi spese per la casa di Montecarlo”(l’abitazione nel principato del cognato di Fini, Giancarlo Tulliani, casa in origine di An e poi venduta per 300mila euro. Il quotidiano Il Giornale portò la vicenda in prima pagina e per settimane il Presidente della Camera Fini fu accusato di corruzione). Lavitola si lamenterebbe di aver sostenuto ulteriore spese “ci ho messo almeno altri 100.000 euro” per il buon esito della vicenda. “Martinelli ha contribuito con 150.000 euro oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300.000 euro), quando Le portai i documenti originali di Santa Lucia (circa 300.000 euro). Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero (li portarono fuori i piloti). Ovviamente gli ho restituito le somme compensandole con altre partite. Tutte somme non concordate con Lei (ma di cui lei era a conoscenza) e che quindi non voglio essere restituito. Mentre per Tarantini le devo io 255.500 euro (che e ovvio le restituirò)”. Frasi che ha riportato all’anno zero i rapporti tra Fini e Berlusconi. “Dovrei dire che sono soddisfatto, sono profondamente indignato e spero che finalmente gli italiani capiscano chi è Silvio Berlusconi. Provo disgusto nei confronti di una persona e non mi riferisco a Lavitola”, chiosa il leader di Fli. “Oggi sappiamo che cosa è accaduto, quel documento fu comperato dalla Stato di Santa Lucia. Io non so la lettera è un tentativo di estorsione, ma so che il passaggio che mi riguarda corrisponde a verità”, conclude Gianfranco Fini.