G8, Cassazione: “Alla Diaz un massacro da macelleria messicana”

“Un puro esercizio di violenza, un massacro ingiustificabile da parte degli operatori di polizia”. Ha definito così la Cassazione, l’irruzione alla scuola Diaz nella notte del 21 luglio 2001 durante il G8. “Un gesto – si precisa-  che ha gettato discredito sull’Italia, agli occhi del mondo intero”.

Nelle 186 pagine in cui vengono esposte le motivazioni delle condanne sancite lo scorso 5 luglio, emesse per falso aggravato nei confronti degli allora vertici della polizia dichiarando invece prescritto il reato di lesioni per i poliziotti, la Cassazione parla dei pestaggi compiuti durante il G8, senza risparmiare né poliziotti né dirigenti.

E a pesare più delle condanne, sono i giudizi  espressi dalla Cassazione, che più volte parla, usando  l’espressione di Michelangelo Fournier l’allora capo del settimo nucleo che fece irruzione alla Diaz, di ‘macelleria messicana’ “significativa e fotografica”

“Odiosi” vengono poi definiti gli atteggiamenti degli allora vertici della polizia, tra i quali Gilberto Caldarozzi, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi e Vincenzo Canterini che non hanno mostrato alcun segno di pentimento per il massacro avvenuto alla Diaz.

La Cassazione inoltre mette in evidenza come l’irruzione nella scuola Diaz sia stata caratterizzata da una “mancata indicazione per via gerarchica di ordini a cui attenersi” tanto che “c’era una sorta di carta bianca nell’uso della forza connaturato all’esecuzione dell’operazione”.

E sembra poi inammissibile che le violenze si siano scatenate contro “persone all’evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta, in manifesta attesa di disposizioni, così da potersi dire che si era trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all’umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime”.

Per la Cassazione quindi gli agenti hanno dato vita ad un “puro atto di violenza”.

Secondo la Cassazione e’ pienamente condivisibile il giudizio espresso dalla Corte d’Appello di Genova quando, nel 2010, ha bollato l’attivita’ della polizia come “condotta cinica e sadica, in nulla provocata dagli occupanti la scuola, tanto che il comandante del VII nucleo Fournier ha, con acrobazia verbale tanto spudorata quanto risibile, dapprima parlato di ‘colluttazioni unilaterali’, per poi finire con l’ammettere la reale entita’ dei fatti, per descrivere i quali ha usato la significativa e fotografica espressione ‘macelleria messicana’”.

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