Berlusconi: “Mi ritiro per amore della mia patria”. Martedì vertice Pdl: si decide sulle primarie

“Per amore dell’Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d’amore che mi spinsero a muovermi allora”.  Un preambolo che scova nel passato di una carriera che ormai volge al termine. “Non ripresenterò la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare goal. Ho ancora buoni muscoli e un po’ di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività”.Poche parole con cui Berlusconi annuncia il suo ritiro dalla politica, e come un padre ormai anziano con un figlio, si mette nell’ombra per dare spazio ai più giovani, mettendo a disposizione la sua saggezza. ”Con elezioni primarie aperte nel Pdl, sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni”, annuncia Berlusconi. Il voto avverrà a breve e il Cavaliere suggerisce il 16/12. Ed infatti i vertici del Pdl si riuniranno il prossimo 30 ottobre. L’incontro è previsto alle 11 in via dell’Umiltà. All’ordine del giorno il regolamento per lo svolgimento della consultazione popolare lanciata ieri da Silvio Berlusconi, all’atto dell’annuncio della sua decisione di fare un passo indietro e non ricandidarsi da premier alla guida del Popolo della libertà.

 

“La continuità con lo sforzo riformatore cominciato diciotto anni fa è in pericolo serio – scrive l’ex presidente del Consiglio – Una coalizione di sinistra che vuole tornare indietro alle logiche di centralizzazione pianificatrice che hanno prodotto la montagna del debito pubblico e l’esplosione del paese corporativo e pigro che conosciamo, chiede di governare con uno stuolo di professionisti di partito educati e formati nelle vecchie ideologie egualitarie, solidariste e collettiviste del Novecento”. Poi Berlusconi lascia il suo partito nelle mani dei suoi successori: “sta al Popolo della Libertà, al segretario Angelino Alfano, e a una generazione giovane che riproduca il miracolo del 1994, dare una seria e impegnativa battaglia per fermare questa deriva”.

”Mario Monti e i suoi collaboratori hanno fatto quel che hanno potuto, cioé molto, nella situazione istituzionale, parlamentare e politica interna, e nelle condizioni europee e mondiali in cui la nostra economia e la nostra società hanno dovuto affrontare la grande crisi finanziaria – sottolinea l’ex premier – Sono stati commessi errori, alcuni riparabili a partire dalla legge di stabilità e ad alcune misure fiscali sbagliate, ma la direzione riformatrice e liberale è stata sostanzialmente chiara”.

 

Maroni. “Il passo indietro di Berlusconi è un atto di generosità che apprezzo e che apre nuove prospettive per il futuro”. Lo scrive sul proprio profilo di Facebook il segretario della Lega, Roberto Maroni.

 

Santanchè. “Sono molto contenta della decisione che ha preso Berlusconi perché usciamo dall’immobilismo. Le primarie sono la scelta più giusta che auspicavo da tempo per un vero confronto all’interno del partito. Sono certa che è anche un modo per far riappassionare la gente alla politica. Come dico da sempre, io sono pronta a candidarmi perché c’é bisogno di linee politiche diverse da offrire alla gente. E che vinca il migliore”. Lo afferma Daniela Santanché, esponente del Pdl.

 

Casini. “Se la linea del Pdl è quella della Santanché non la condivido di certo”. Lo ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, replicando al Tg1 a chi gli chiedeva se non ci potesse essere un riavvicinamento con la linea del Pdl dopo l’uscita di Berlusconi. E se fosse la linea di Alfano?”.”Alfano – replica Casini- è una persona che stimo, speriamo venga emancipato da questa uscita di Berlusconi perché ce ne sarebbe bisogno”.

 

 

 

Bossi.  “Berlusconi fuori dalla politica?  No, non credo…”. Lo ha dichiarato Umberto Bossi ai giornalisti che, in buvette a Montecitorio, all’indomani della dichiarazione del passo indietro di Berlusconi, gli chiedono se ritenga che davvero il Cavaliere, suo alleato storico, non correrà più per la premiership.

 

 

 

 

 

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