Elezioni anticipate: sì di Casini, Pd e Pdl sul piede di guerra. Entrambi d’accordo solo sul no al Monti-bis

E’ guerra aperta tra i partiti dopo la decisione del Governo di fissare un’unica data per le elezioni regionali di Lazio, Lombardia e Molise, previste i per i prossimi 10 e 11 febbraio.  “Sono fiducioso che sul tema si possa trovare una soluzione di mediazione che accontenti tutti e che consenta al nostro paese di non vivere momenti di tensione come quelli che stiamo vivendo in questo momento”, dichiara il presidente del Senato Renato Schifani al convegno della Cna, smorzando così i toni dopo le  polemiche sull’election day regionale.

Toni che invece diventano  accesi quando a prendere la parola è il segretario del Pd. Intervenendo in merito all'ipotesi di una crisi di governo, Bersani è netto: “Credo e spero di no. Vediamo di capirci”. Ma su questo punto viene contraddetto da Alfano: “ Una crisi di governo? Molto dipende dal Pd, se insiste a voler mettere una tassa di 100 milioni di euro sulle spalle degli italiani" . “O si anticipano le politiche, o si posticipano le regionali, dichiara poi il segretario del Pdl sposando la stessa linea di Casini e Fini.

Ad  infiammare gli animi dei democratici, sarebbe stata proprio una considerazione fatta da Silvio Berlusconi nel corso di un vertice tenutosi  a palazzo Grazioli tra  Letta, Verdini e il segretario del partito Alfano. Durante la riunione si sarebbe deciso di insistere perché si arrivi ad un' unica data per il voto,  anticipando così  le elezioni politiche a febbraio. L’ipotesi coinvolgerebbe anche la Lega Nord con cui in queste ore sono in corso dei contatti.  Il Pd ha subito puntato il dito contro il Pdl,  rifiutando nettamente la possibilità  di un unico election day tra politiche e regionali. “Si vada a votare nei tempi giusti per le politiche e prima che si può per le Regioni senza governo. Ho sempre detto questo e mantengo questa posizione”.  “Alfano – aggiunge Bersani – non faccia il mestiere del presidente della Repubblica ma il suo lavoro”.

Per Bersani infatti la priorità è il rinnovo della legge elettorale. “Se si vuole considerare l'ipotesi di anticipare le elezioni politiche, si proceda alla modifica della legge elettorale e non a far polemica” , sottolinea il segretario del Pd. E al riguardo “la nostra posizione è chiara da mesi. Noi siamo per la governabilità e siamo per una soluzione in questo senso, siamo invece contrari ai colpi di mano”. “Bisogna innanzitutto rispettare le prerogative del presidente della Repubblica. Le Regioni devono votare anche perché il Lazio ha già perso diversi milioni di fondi europei”, aggiunge il segretario Pd, nel motivare la sua contrarietà all’election day tra politiche e regionali. “Nelle mani dei partiti c'é solo la riforma della legge elettorale da fare in tempi stretti. Non spetta a noi decidere la data del voto delle politiche”, conclude il segretario del Pd , che viene  immediatamente attaccato da Alfano: “E' una follia consegnare il Paese ad una campagna elettorale estenuante e buttare i soldi , noi non abbiamo un problema ad anticipare il voto.   Il governo ha un Cdm domani. Valuteremo le decisioni dell'esecutivo. Speriamo davvero che il governo stoppi la tassa che vuole mettere Bersani”, aggiunge a proposito della spesa di 100 milioni di euro che comporta la scelta di non tenere insieme le regionali e le politiche.

Apre alle elezioni anticipate anche Pier Ferdinando Casini: “Io credo che fare una legge elettorale e andare subito al voto è un vantaggio per tutti”. Secondo il leader dell'Udc, infatti,  "fare la legge elettorale non è  impossibile, ho criticato l'idea che si dovesse raggiungere un’intesa piena prima di partire perché  così l'intesa non si troverà mai. Oggi il rischio è che il premio di maggioranza si traduca nel 20% che francamente mi sembra sproporzionato. Giusto il premio di governabilità mcospicuo per il partito che ha ottenuto più  voti per consentirgli di tessere alleanze. Nessuno vuole fare leggi a maggioranza, ma credo sia possibile raggiungere un'intesa perché francamente tra votare a aprile e fine febbraio non cambia molto ma solo che il paese è in condizione di esprimere il governo e superare una fase che obiettivamente e' di incertezza", conclude Casini.

Nessun commento invece dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Elezioni anticipate?  Di questo ora non parlo", risponde ai cronisti che lo hanno intervistato in merito alla possibilità di andare subito al voto, sia per le politiche, che per le regionali.

 

Monti-bis. Unico punto che vede d’accordo sia Alfano che Bersani, è il rifiuto dell’ipotesi di un Monti-bis. Entrambi i segretari del Pdl e del Pd "non scommetterebbero al riguardo, neanche un centesimo".  Si erge a voce fuori dal coro solo il leader dell’ Udc Pier Ferdinando Casini: “nella vita mai dire mai. Io temo che se non si continua sulla strada di questo governo, e sento troppe aree politiche che la pensano in modo diametralmente opposto, si torna indietro e non si risolvono i problemi”.  “Io penso che fare la legge elettorale e andare al voto è una vantaggio per tutti perché cinque mesi di campagna elettorale tra regionali e politiche comportano la paralisi relative di governo e Parlamento”, afferma inoltre Casini, a proposito della data delle elezioni.

 

 

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