Il governo incontra in queste ore le parti sociali e gli amministratori locali, per decidere il destino dell’Ilva. Al tavolo partecipano il premier Mario Monti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ed i ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera, dell’Ambiente Corrado Clini, del Lavoro Elsa Fornero, i sottosegretari allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti e al Lavoro Michel Martone. Presenti anche il presidente dell’ Ilva Bruno Ferrante, il governatore della regione Puglia Nichi Vendola, insieme al sindaco di Taranto Ippazio Stefano. A rappresentare le parti sociali ci sono invece il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ed i segretari generali della Cgil Susanna Camusso, della Cisl Raffaele Bonanni e della Uil Luigi Angeletti; il segretario confederale dell'Ugl Paolo Varesi. Con loro i segretari generali dei sindacati metalmeccanici, Maurizio Landini (Fiom-Cgil), Giuseppe Farina (Fim-Cisl) e Rocco Palombella (Uilm). All’incontro prendono parte anche il ministro della Salute Renato Balduzzi , della Coesione territoriale Fabrizio Barca, il presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido. Una sala Verde di conseguenza “affollatissima” , con circa 120 persone presenti.
“Non possiamo permetterci di dare unimmagine dell’Italia dove non sia possibile conciliare la tutela dell’occupazione e il rispetto della magistratura, la tutela dell’ambiente e la produzione dell’acciaio”. Ha esordito così il premier Mario Monti, secondo cui proprio per la necessità di tutelare contemporaneamente le decisioni della magistratura, il livello occupazionale, l’ambiente e la produzione industriale c’é la necessità di sentire tutti i punti di vista e le valutazioni dei presenti alla riunione.” “Ieri abbiamo sentito in maniera quasi carnale il dolore della città di Taranto”, ha ribadito il presidente del Consiglio Monti aprendo l’incontro a Palazzo Chigi. La parola è passata poi a Giorgio Squinzi: “Sul caso dell'Ilva di Taranto l’Italia si gioca il futuro industriale e manifatturiero”, ha ribadito il presidente di Confindustria.
Toni accesi anche per le parti sociali: “Si faccia subito questo decreto per dare piena esigibilità all’Aia. Chiediamo un commissario super partes che sappia far dialogare le istituzioni in conflitto”, ha dichiarato il leader della Cisl Raffaele Bonanni al tavolo sull’Ilva. “Una personalità autorevole che garantisca – ha aggiunto – il rispetto di questa soluzione equilibrata”.
“I provvedimenti della magistratura stano provocando gravi ripercussioni sull’occupazione, ma il quadro rischia di peggiorare. Anche Genova avrà problemi ed è destinata alla chiusura”, ha replicato poi il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, che ha ricordato che sono “oltre ventimila i dipendenti che rischiano di saltare in caso di chiusura di Taranto e che ci saranno ripercussioni anche per le case automobilistiche. Si rischia l'effetto domino su tutta la filiera dell’acciaio”. Il presidente dell’Ilva – sempre secondo riferito da chi partecipa alla riunione – ha detto che “dovremo far ricorso nei prossimi giorni a nuovi ammortizzatori a causa dello spegnimento di alcuni altiforni”.
Per affrontare il caso Ilva serve mettere in campo anche una “responsabilità pubblica” che “si assuma la responsabilità per il futuro, al di là di quello che la proprietà farà”: lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo quanto si apprende, al tavolo sull’Ilva a Palazzo Chigi. “Salute e lavoro si possono conciliare solo attraverso l’applicazione dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, ha aggiunto, ma questa è la premessa”.
Intanto davanti la sede di Montecitorio, si accende la protesta degli operai: “il lavoro non si tocca”, urlano gli ormai ex dipendenti dell’Ilva.
“Parassiti”, “ladri”, “assassini”, recitano alcuni degli slogan retti dai 300 lavoratori giunti a Roma, da Genova, Taranto, Novi Ligure, Racconigi. “Siete voi la rovina dell’Italia – dicono i manifestanti rivolti ai politici – siamo qui per il nostro lavoro e per il nostro futuro, che voi ci state rubando”.
Sospese ricerche operaio disperso. Tromba d’aria e maltempo che imperversa. E’ ripresa con grande difficoltà la produzione all'Ilva di Taranto, anche negli impianti sotto sequestro dal 26 luglio per disastro ambientale. Rimangono invece ancora in ferie forzate, i lavoratori dell’area a freddo, costretti a casa da lunedì scorso. Intanto sono state sospese per le avverse condizioni meteo, le ricerche dell’operaio 29enne, che risulta disperso da quando la gru su cui lavorava è caduta in mare, a causa del tornado. del gruista 29enne, operaio Ilva disperso da ieri mattina, quando era al lavoro nell'area portuale ed è stato travolto dal tornado abbattutosi sull'Ilva e su piccoli comuni limitrofi. Ed infatti i sommozzatori non sono neppure riuscito a guardare se il corpo si trovi nella cabina della gru individuata in fondo al mare nelle ultime ore: soprattutto perché i cinque metri di melma che sono sui fondali del porto non consentono un minimo di visibilità. Un’altra ipotesi al vaglio dei soccorritori, è che il corpo sia stato scaraventato fuori dalla cabina, sbalzato fuori dalla violenza della tromba d'aria. Possibilità questa che verrebbe confermata anche dalle dichiarazioni di un collega, secondo cui Zaccaria era all'esterno della gru al momento del passaggio del tornado, il giovane potrebbe essere stato trascinato ovunque, anche ad alcune decine di chilometri di distanza.
Tornado all’Ilva: dieci milioni di danni. Ammonterebbero a decine di milioni di euro, secondo una prima stima non ufficiale, i danni agli impianti dell'Ilva di Taranto provocati dal tornado abbattutosi ieri sulla città e sul vicino comune di Statte. Sono ancora in corso le verifiche di agibilità degli impianti; sono in funzione le acciaierie 1 e 2, mentre ieri sera é stato riavviato l'altoforno 1 collegato all'acciaieria 1 per mettere in sicurezza totale le reti del gas e far tornare alla normale pressione di esercizio tutti gli impianti. Gradualmente gli impianti dovrebbero ripartire per consentire una minima attività; dall'azienda si conferma comunque che già da ieri l'intero stabilimento è in condizioni di sicurezza.