Non drammatizza le pesanti reazioni dei mercati dopo aver annunciato le sue dimissioni dalla guida del governo dopo l’approvazione della legge di stabilità. Non scioglie la riserva su un sua eventuale candidatura, almeno in questi giorni, perché vuole impegnare il poco tempo che ha disposizione per gli ultimi provvedimenti che il suo governo tecnico ha in agenda. E lancia un messaggio preciso ai mercati: il prossimo governo non deluderà l’Europa. Il presidente del consiglio Mario Monti, parlando da Oslo a margine della manifestazione per la consegna del premio nobel della pace all’Unione Europea, assicura anche che “l'Italia continuerà a essere un protagonista molto attivo nell'impegno per la costruzione dell'unità” dell’Unione europea. Ma dalla capitale norvegese va giù duro contro Silvio Berlusconi e le facili promesse della politica. I cittadini italiani, dice Mario Monti “sono maturi e non tanto disposti” a credere a facili promesse. E assolve l’Europa per i sacrifici fatti dagli italiani.
Monti: Non drammatizzare le reazioni dei mercati. Prossimo governo in linea con Ue. “So quelle che sono state le reazioni dei mercati non devono essere drammatizzate”. Questo il primo commento del professore nel valutare l’aumento dello spread e i dati negativi che vengono dalla Borsa di Milano. “Sono fiducioso che le elezioni italiane quando si svolgeranno daranno spazio a qualsiasi coalizione e qualunque sia quella che assumerà il governo sarà responsabile verso gli impegni europei e in linea con gli enormi sforzi già compiuti per il risanamento strutturale del bilancio”. “Vorrei ricordare ai mercati che il governo attuale é pienamente in carica e non ha lasciato, rimarrà fino all'arrivo di un nuovo governo”.
Monti: Non sto pensando a candidarmi. Da Oslo il presidente del consiglio non scioglie la riserva su una sua discesa in campo dopo la fine anticipata del suo esecutivo tecnico. Se ne riparlerà a gennaio quando il quadro politico sarà più delineato e si inizieranno a conoscere le reali potenzialità delle forze in campo. “Non sto considerando questa questione. In particolare in questa fase tutti i miei sforzi sono concentrati nel completamento del tempo rimanente, che sembra limitato ma richiede applicazione intensa ed energia anche da parte mia”. Per ora pensa a chiudere la sua agenda di lavoro.
Monti: No a facili populismi. “Il rischio di derive populistiche sulle politiche economiche e per l'Ue c’è in ogni paese. Va ben tenuto presente anche per evitarlo il più possibile nella imminente campagna elettorale in Italia”. Il premier parla di politica europea ma le sue parole sembrano essere indirizzate a Silvio Berlusconi e alla Lega Nord. Per il professore gli italiani sono abbastanza maturi e non si lasceranno abbindolare da slogan elettorali e da facili promosse. Facendo un discorso europeo ma con l’occhio rivolto all’Italia, per Mario Monti questo rischio di populismi “può essere superato se ci si impegna non ad assecondare gli istinti dei cittadini ma a cercare di spiegare loro la visione che ogni governante ha dell'interesse del cittadino e del Paese più a lungo termine, è importante uno sforzo collettivo”. Questo impegno di non assecondare la 'pancia' della gente, ha precisato Monti, “è responsabilità” e compito di chi vuole governare.
Monti: Non abbiamo mai dato a Ue la colpa dei sacrifici. Le misure lacrime e sangue varate dal suo governo non sono state richieste dall’Ue ma per garantire un futuro agli italiani. Mario Monti lascia intendere che il suo governo tecnico ha varato provvedimenti pesanti per sanare gli errori commessi dal precedente esecutivo. “In questo anno difficile il governo ha dovuto chiedere ai cittadini sacrifici, ma ci siamo sforzati di non dire mai questi sforzi sono richiesti perché l’Ue li esige. Abbiamo sempre cercato di spiegare che sono stati necessari per non danneggiare oltre la situazione degli italiani che verranno, dei nostri figli e nipoti”. “Bisogna mantenere anche la pace psicologica tra i diversi stati – ha aggiunto il premier – non imputiamo all'Europa colpe dei singoli stati, questo non significa che l'Ue sia perfetta”.
Eugenio Bernardo