La speranza si chiama Monti. Dopo averlo criticato, osteggiato in Parlamento e alla fine sfiduciato, adesso diviene l'unico uomo in grado di salvare il centrodestra. L'ultima spiaggia per la vittoria delle prossime politiche.
L’ipotesi Monti potrebbe portare ad un asse centro-destra in alleanza con l’Udc capace di garantire fino al 30% delle preferenze. "L'Italia dei moderati è maggioranza nel Paese. Nell'attuale contesto, se lo riterrà, il professor Mario Monti potrà essere il federatore di quest'area. Egli condivide i miei, i vostri, i nostri stessi ideali: quelli della grande famiglia dei Popolari europei". Lo scrive Silvio Berlusconi nel messaggio al convegno Italia Popolare. "Se Monti accettasse l'invito che più volte gli ho rivolto, da ultima a Bruxelles di fronte alla platea del Ppe, non sprecheremo certo un'occasione storica per vincere le elezioni. Come nel '94 – aggiunge il leader del Pdl – per centrare l'obiettivo della vittoria occorre però uscire dagli schemi vecchi, rompere le barriere che si oppongono all'innovazione, mettere in collegamento storie e culture diverse". Dunque, un cambio di immagine forte in nome di una competizione elettorale che senza Monti, stando agli attuali sondaggi, sembrerebbe persa in partenza.
Oggi il professore salirà al Quirinale per chiedere consiglio a Napolitano. Ma la sua decisione sembra averla già presa. Il desiderio di continuare e di non farsi da parte sicuramente c'è, ma quasi sicuramente non con il Pdl. Non si è lasciato impressionare dall'intervista di D'Alema al Corriere ("Una candidatura del premier? Sarebbe moralmente discutibile"). Il suo interlocutore è Bersani, al quale riconosce l'autorevolezza della premiership decisa dalle primarie. E sembra che un patto di legislatura Monti-Bersani non dispiaccia affatto ad una buona fetta del Pd, dai montiani doc agli ex Popolari.
SaIa