Schwazer, non vedevo l’ora che tutto finisse

BOLZANO – “Alla fine dello scorso anno, dopo tre anni molto difficili e travagliati, non sono stato più capace di dire no al doping”: così Alex Schwazer ha parlato in conferenza stampa a Bolzano. “Quando il 30 luglio si sono presentati a casa mia per i controlli non avevo la forza di chiedere a mia madre di dire che non ero a casa. Avrei potuto farlo, ma non vedevo l’ora che tutto finisse”, ha aggiunto, con voce rotta dal pianto. “Per me non è stato facile dire a Carolina (Kostner, ndr.) che in frigo non c’erano vitamine B12, ma epo. Mi vergogno tanto. Carolina non sapeva niente”, ha aggiunto in lacrime. Parlando di Carolina, Alex ha rivelato altri particolari sul suo stato psicologico nei mesi recenti. “Avevo la nausea della marcia, non ne potevo più degli allenamenti. Alla mia fidanzata piace il pattinaggio, io faccio marcia perché sono bravo, ma non ho piacere a faticare. La differenza tra il mio rapporto con lo sport e quello di Carolina è questo”.

“So che alle Olimpiadi non sarei andato, perché non ce l’avrei fatta psicologicamente”, ha confessato.

SCHWAZER, DOMANI RESTITUISCO TESSERA E PISTOLA CC– “Domani vado a Bologna perché devo restituire il tesserino e la pistola dei Carabinieri”. Lo ha detto Alex Schwazer, che ha espresso parole di elogio per il gruppo sportivo dei Carabinieri. “Se non ci fosse stata l’Arma non avrei potuto fare questo sport a livello professionale”, ha aggiunto Schwazer.

SCHWAZER, HO AGITO DA SOLO, EPO ACQUISTATO IN TURCHIA– “Sono andato in Turchia per comperare l’Epo. Ho fatto tutto da solo, sono partito con 1.500 euro e ho acquistato il prodotto in una farmacia”. Così Alex Schwazer ha spiegato come si è procurato la sostanza dopante. “E’ stata la prima e unica volta che ho acquistato un farmaco di questo tipo – ha aggiunto l’ex campione olimpico -, perché sono sempre stato pulito”.

Schwazer afferma di essersi dopato solo per pochi giorni. “Mi sono somministrato le iniezioni dopo il controllo antidoping del 13 luglio fino al 29 luglio (il giorno prima dell’esame risultato positivo, ndr)”. Il marciatore ha poi dichiarato di aver acquistato l’epo lo scorso settembre in Turchia, in Antalya – “perché lì basta mettere i soldi sul banco” – e di aver tenuto il farmaco poi sempre in frigo fino a luglio. “Ho contattato il dottor Ferrari nel 2009 per avere da lui consigli tecnici, nient’altro. I test antidoping dell’epoca lo dimostrano perché i valori non mentono. Dal 2011, quando sono apparse le notizie sul ciclismo, non l’ho più sentito”, ha aggiunto. “Non devo coprire nessuno. Non voglio più gareggiare, ma tornare alla vita normale. Non avrei perciò problemi a dire che il dottor Ferrari mi ha dato dei farmaci, ma non è stato così”, ha risposto Schwazer ad una domanda dei cronisti. “Volevo tutto, invece ho perso tutto”. Il marciatore ha così spiegato i fatti degli ultimi giorni che hanno portato alla sua squalifica a Londra. Secondo l’altoatesino, l’errore è stato quello di volere gareggiare sia nella 20 che nella 50 km. “La 50 km – ha detto – la posso vincere anche senza doping, l’ho dimostrato. La 20 km richiede invece velocità nel finale. Non dovevo puntare su entrambe le gare”, così l’atleta.

CIO, IPOTESI NUOVE ANALISI SCHWAZER DI PECHINO- I campioni di urina prelevati ad Alex Schwazer dopo la vittoria a Pechino potrebbero essere sottoposti a nuove analisi. Lo ha detto il direttore della comunicazione del Cio, Mark Adams. “I campioni vengono conservati e possono essere nuovamente analizzati per otto anni, così che un atleta dopato sappia che se anche la fa franca in un Olimpiade, c’é sempre la possibilità di perdere la medaglia successivamente”, ha sottolineato Adams. “Sono solo contento se tutte le mie prove antidoping fatte negli ultimi anni, anche quelle alle Olimpiadi del 2008, vengono rianalizzate e pubblicate. Tutti i medici di buona fede dovranno dire poi che non vi sono tracce di doping. A Pechino ho gareggiato con valori di un anemico, il che dimostra che non ero dopato”, ha commentato Alex Schwazer.

“Spero di poter essere dopo tutto questo, comunque, un esempio per i giovani. Ho a casa quattro medaglie, ma la vita è tutt’altro. E’ assurdo perdere parenti e amici per andare più forte in una gara”, ha detto Schwazer durante la conferenza stampa.

(Ansa)

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