Con un'iniziativa che in apparenza si distacca da una tradizione ben radicata, una società legata al municipio di Gerusalemme ha presentato al S. Sepolcro una bolletta dell'acqua ''molto salata'': la cifra, precisa il quotidiano Maariv, si aggira sui 9 milioni di shekel (1,8 milioni di euro). In una prima reazione il Patriarca della chiesa greco-ortodossa Teofilo III si è rivolto al premier Benyamin Netanyahu e al Capo dello Stato Shimon Peres, facendo loro presente che la richiesta rappresenta una infrazione dello status quo e avvertendo – secondo Maariv – che potrebbe portare alla chiusura di quel luogo di culto. Il giornale rileva che il S. Sepolcro è uno dei luoghi più frequentati nella Città vecchia di Gerusalemme, con oltre un milione di visitatori all'anno. Fin dall'epoca dell'Impero ottomano, data la sua importanza, fu esonerato dal pagamento dell'acqua utilizzata: uno status speciale confermato poi anche dal Mandato Britannico sulla Palestina e dalle autorità giordane, che mantennero il controllo su Gerusalemme est fino al 1967. Anche Israele – prosegue il giornale – si e' astenuto finora dall'esigere il pagamento dell'acqua: ma ciò fino al 2004, quando una società legata al municipio, la Gihon, presentò al S. Sepolcro una bolletta dal 3,7 milioni di shekel. Da allora la questione è rimasta irrisolta e la Gihon sostiene che il debito è nel frattempo salito a nove milioni di shekel. Il giornale avverte nelle sua prima pagina che, se non sarà gestita con la dovuta attenzione, la vicenda rischia di innescare ''una crisi internazionale''.
(fonte Ansa)