Sasà Neri è cinquantenne regista che ha calcato le scene la prima volta come Sancho Panza nel Don Chisciotte di Giambattista Martini e che parte dal teatro dialettale di Nino Martoglio, poeta e commediografo siciliano del 1900. Neri ha recentemente fondato l’associazione Luna Obliqua con la quale prende vita un vero e proprio format teatrale, che si chiama “esoscheletri”. Ripresa di certe sperimentazioni dell’era della contestazione, il format rompe le tre classiche unità teatrali di tempo luogo e azione per far letteralmente precipitare gli spettatori dentro l’atto scenico. Negli Esoscheletri palco e platea si fondono e si recita in mezzo al pubblico e di tanto in tanto qualcuno del pubblico viene portato al centro della scena, mentre la regia comanda stati d’animo e interpretazioni con luci e suoni. Il “Teatro degli Esoscheletri” ha avviato una nuova stagione che è una vera e propria sfida perché, dice Neri, che: “quando lo show esce dai limiti del palco la reazione è, sì, di disorientamento, ma un disorientamento che è involontaria e sorprendente azione creativa”. Alla base una regia di stringente rigore, che si rende trasparente e diventa fluidità di racconto, lasciando lo spettatore travolto e sorpreso dal primo all’ultimo istante. Tanti corpi e volti teatrali che danno vita all’avventura tra atletismo, balzi sul pubblico, battute recitate nelle orecchie degli spettatori, chitarre ruvide suonate dal vivo, rumori inquietanti. Gli Esoscheletri sono tornati in piazza il 5 gennaio a Taormina dopo un video di prove aveva annunciato lo spettacolo in forma di flashmob su Youtube, senza fornire informazioni su data, luogo e orario. Dopo aver camminato per le strade della Perla dello Jonio seguiti dagli sguardi dei passanti, si sono ritrovati tutti nella piazza belvedere per attirare, ancora una volta, centinaia di scatti fotografici e video. Immobili come statue, impermeabili a domande, provocazioni, flash, si sono poi animati contemporaneamente, per recitare direttamente ai singoli turisti brani tratti dal loro ultimo spettacolo, ispirato a “Il Drago” di Evgenij Shwarz. E quando la performance sembrava completata e le lancette dell’orologio della Torre hanno raggiunto l’ora stabilita, hanno danzato compatti, le spalle al mare e il fronte alla Chiesa, la coreografia “Il contatto” di Pucci Romeo sulla musica di Personal Jesus (Depeche Mode) versione Alex Metric Remix, concludendo al suono delle campane che chiamavano a raccolta per l’inizio della messa. Istantaneamente, la folla che si era fermata a guardare, rimanendo in silenzio per tutta la durata della coreografia, è scoppiata in un applauso con cui ha accompagnati gli artisti mentre lentamente si allontanavano dalla piazza. “Certamente non sono artisti italiani” il commento più sentito e che più li ha emozionati.
Rosaria Palladino