Ma il discorso scudetto? È tutto riaperto? Solo fino alla sosta natalizia, ormai tutti commentavano rassegnati di uno strapotere della Juventus che ormai aveva preso il largo dalle inseguitrici e stava involandosi verso il secondo scudetto consecutivo. Poi, improvvisamente, di ritorno dalle feste, quella squadra che, a ritmi forsennati, asfissiava le avversarie e le giustiziava con inaudito cinismo, si è ritrovata spenta, opaca e vulnerabile. In panne per alcuni aspetti. Clamoroso quello che è successo con la Sampdoria in casa, tutto faceva pensare ad un altro pomeriggio di sorrisi e tre punti quando Giovinco ha portato i suoi in vantaggio su calcio di rigore e dopo pochi minuti si è aggiunta anche la superiorità numerica per l’ingenua espulsione di Berardi. In quanti hanno pensato che i blucerchiati, dalla classifica deficitaria, potessero ruggire allo Juventus Stadium in condizioni disperate? Ma ecco che si è materializzata la sensazione del clamoroso, quando Icardi ha gelato per ben due volte la tana sabauda provocando una capitolazione inattesa e allarmante. Che fine aveva fatto quella Juve impressionante, come poteva soccombere tra le mura amiche, in dieci uomini e in vantaggio di un gol contro una squadra tutto sommato di bassa classifica? Giornata storta? Episodi negativi? Le domande, però, si insinuavano nell’entourage juventino, perché puoi fare anche sfracelli tutte le giornate, ma poi quando qualcosa non va come dovrebbe, è legittimo interrogarsi circa le cause di un crollo. Perché, la squadra di Conte aveva comunque incassato la terza sconfitta in campionato al termine del girone d’andata, mentre l’anno prima aveva chiuso l’intera stagione senza provare mai l’amarezza di uscire dal campo senza punti. Ed è successo che la Lazio abbia vinto, seppur a fatica e con mille polemiche contro il Cagliari, mentre il Napoli ha travolto la Roma con un poker che non ha ammesso repliche. In un solo colpo, il margine di distacco si era ridotto, ma si poteva pensare che la Juve si sarebbe subito riscattata a Parma, mentre Lazio e Napoli potevano essere imbrigliate rispettivamente da Atalanta e Palermo. Invece, i bianconeri anche al Tardini non hanno brillato e, dopo essere passati in vantaggio con Pirlo, si sono fatti raggiungere da Sansone e, mentre la Vecchia Signora lasciava altri punti per strada, la Lazio superava in casa l’Atalanta e il Napoli annientava il Palermo. Incredibile! Distanza ridotta a tre punti addirittura, così come la squadra di Petkovic ora sogna di agganciare i bianconeri, così può sognarlo anche il Napoli che, però, aspetta la decisione della Corte di Giustizia Federale che si pronuncerà sui due punti di penalizzazione, ingiustamente, inflitti alla squadra. Non si possono falsare i campionati per un regolamento obsoleto e iniquo! Ma, preferiamo non alimentare tali questioni, resta il fatto che il Natale ha restituito al campionato italiano una Juve imbolsita e sottotono, una Lazio concreta e un Napoli ritornato quello tonico e arrembante di inizio anno. Va detto che gli affanni della compagine bianconera sono gli stessi che hanno pagato lo scorso anno i partenopei proprio nel mese di gennaio, quello più difficile della stagione quando le gambe non giravano e la testa era annebbiata. Ora le interpretazioni su ciò che si sta registrando sono copiose, c’è chi pensa che la Juve stia momentaneamente marcando il passo per poi ritornare a correre quando riacquisterà la brillantezza di sempre, qualcun altro, invece, ritiene i bianconeri in evidente debito d’ossigeno per aver corso a ritmi inesauribili per un anno e mezzo. Nonostante questo, quasi tutti convengono nel collocare gli uomini di Conte ancora un gradino più su rispetto a Lazio e Napoli, ma con lo scenario che si è venuto a creare, la sensazione è che, considerato anche l’impegno in Champions, debbano fare sforzi sovrumani per confermarsi sul trono del campionato italiano, chissà se siano davvero così forti da riuscirci.
Maurizio Longhi