Il dispiegarsi delle riforme nazionali comporterà ulteriori riduzioni dello spread. E’ quanto ha dichiarato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, durante la Lectio magistralis all’Università di Firenze. “Per l’Italia – ha sottolineato Visco – lo spread a 10 anni è oggi intorno ai 260 punti base. Hanno contribuito i progressi nella governance europea e gli accordi sull’assistenza alla Grecia”.
“L’Italia, al di là della congiuntura favorevole, deve trovare le motivazioni e gli incentivi per affrontare con decisione il problema della crescita”. Guadagni di competitività possono essere “solo il risultato di un impegnativo ma imprescindibile disegno organico di riforma” ha aggiunto. I punti “fondanti” di questo disegno di riforme “sono oggetto da tempo di attenzione”. Si va infatti dalle liberalizzazioni nell’accesso ai mercati al loro miglior funzionamento, e al sostegno dell’accumulazione di capitale umano e fisico, “dal miglioramento della qualità dei servizi pubblici alla riduzione degli ostacoli burocratici – ha proseguito – dal contrasto all’evasione fiscale ed alla corruzione a una maggior efficienza della giustizia civile”. Per Visco la crescita della produttività “dipende da un progresso netto in tutte queste componenti”.
Visco contestato a Firenze. Il governatore di Bnkitalia Ignazio Visco è stato contestato dagli studenti dei Collettivi nell’Aula Magna dell’Università di Firenze.
In precedenza, il rettore dell’Ateneo era uscito dall’Aula per cercare di calmare la protesta degli studenti.
Il 2013 sarà un altro “anno difficile”, “stimiamo che il Pil possa ridursi in media dell’1%”. Lo ha detto il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, secondo il quale la recessione potrebbe aver fine “nella seconda parte del 2013”.
Ancora giù il Pil nel 2013. E’ quanto prevede Bankitalia secondo cui al calo del 2,1% del 2012, farà seguito un ulteriore ribasso nel 2013. Secondo quanto reso noto dal Bollettino economico, il prodotto interno lordo italiano scenderà dell’’1% e non del 0,2% come stimato precedentemente a causa del “peggioramento del contesto internazionale e del protrarsi della debolezza dell’attività nei mesi più recenti”. Ad incidere inoltre è anche il calo dello spread di luglio 2011 e “le manovre di correzione seguite per evitarne un incontrollato peggioramento che hanno causato il -2,1% del Pil 2012, come sottolinea Bankitalia.
Una graduale crescita del Pil sarà possibile solo nella seconda metà del 2013, “anno in cui il Pil chiuderà comunque in calo dell’1% e solo nel 2014 il prodotto sarà lievemente positivo (+0,7%)”. La svolta, secondo Via Nazionale, “sarebbe possibile dalla graduale ripresa degli investimenti, a seguito della normalizzazione delle condizioni di finanziamento, del recupero della domanda” e del clima di fiducia.
“In Italia è indispensabile consolidare il riequilibrio dei conti pubblici e intensificare lo sforzo di riforma volto a rilanciare la competitività e a innalzare il potenziale di crescita”. Lo avvisa la Banca d’Italia, secondo cui le manovre di fine 2011 consentiranno di migliorare i saldi di finanza pubblica nel biennio 2013-14.
“L’occupazione si ridurrà quest’anno (quasi l’1%) e ristagnerà nel successivo. Il tasso di disoccupazione aumenterà, riflettendo anche l’incremento delle persone in cerca di lavoro” toccando il 12% nel 2014. E’ quanto rende noto Bankitalia secondo cui nel 2014 ci sarà una stabilizzazione ma “non un’inversione di tendenza”.