Anticipi serie A: il Genoa frena la Juve tra le polemiche, Paloschi punisce la Lazio

Quante sorprese in questo sabato di calcio. Colpi di scena a iosa, a partire dal pomeriggio con la Lazio che è caduta in casa giustiziata da un guizzo di Paloschi. Nell’anticipo serale, poi, è successo che la Juve sia stata bloccata sul pari da un Genoa che sembrava impotente e non avere le risorse e la forza giusta per recuperare dopo il vantaggio bianconero di Quagliarella. Si accendono così tante, ma tantissime speranze per il Napoli che è atteso dalla difficile trasferta di Parma ma che non può steccare, perché questa è un’occasione irripetibile per riaprire definitivamente la corsa scudetto e lanciare il guanto di sfida alla Vecchia Signora. La quale sta accusando battute d’arresto a ripetizione, si pensava che sarebbe stata una formalità questa gara contro il Genoa affidato proprio in settimana a Ballardini, ma invece è arrivata l’ennesima dimostrazione che nel calcio può succedere davvero tutto e il contrario di tutto. I grifoni, che la settimana scorsa sono stati mortificati in casa dal Catania, hanno beneficiato probabilmente dell’avvicendamento in panchina con Ballardini subentrato a Del Neri, e così proprio quando tutto sembrava perduto, i rossoblu hanno gelato lo Juventus Stadium. Già nel primo tempo si era vista una Juve tutt’altro che tonica e brillante, ma è dal rientro dalla sosta natalizia che gli uomini di Conte stanno arrancando e non riescono ad imporsi con la convinzione di inizio anno. Come se gli affanni stessero superando le risorse (che parevano inesauribili) di questa squadra che, nella ripresa, aveva trovato il gol del vantaggio con Quagliarella ma non l’ha saputo gestire, nonostante la squadra di Ballardini non avesse dato cenni di grande reazione. Ma, appena si è affacciata dalle parti di Buffon, i grifoni hanno trovato il pari con Kucka che ha messo un pallone al centro su cui si è avventato Borriello che non poteva sbagliare. L’attaccante napoletano non ha esultato per rispetto dei suoi ex tifosi, lo scorso anno proprio in quello stadio esultava per la vittoria del tricolore. Nel finale è successo un po’ di tutto, la Juve, approfittando di un Genoa tutto rintanato in difesa anche per l’inferiorità numerica visto che Floro Flores si è infortunato a sostituzioni esaurite, ha sferrato assalti a ripetizione verso la porta di Frey. Ma non è stato trovato il gol e, proprio al fotofinish, è successo di tutto con i bianconeri che sono andati su tutte le furie reclamando un rigore per un tocco di mano in area di Granqvist che, in realtà, tocca prima il pallone con il piede poi cadendo gli finisce sulla mano. Infuriato Conte a fine gara che si è scagliato contro l’arbitro inveendo fino all’entrata nel tunnel degli spogliatoi, di sicuro questo pari interno può permettere al Napoli di avvicinarsi ulteriormente alla Juve che, in caso di successo degli azzurri a Parma, si potrebbe ritrovare solo con tre punti in più quando prima della sosta ne vantava addirittura otto. Ma i colpi di scena sono giunti già dal pomeriggio, con la Lazio che è inciampata in un passo falso contro il Chievo che, grazie alla cura Corini, è diventato una squadra davvero degna di tutto il rispetto. Petkovic ha pagato un turnover troppo ampio, la scelta di non far partire dall’inizio Mauri ed Hernanes ha pagato alla fine, con i biancocelesti che non sono riusciti a scardinare il bunker clivense e, nella ripresa, Paloschi ha trovato il gol per espugnare l’Olimpico e interrompendo il momento positivo dei capitolini dopo ben sedici turni. La Lazio ha marcato il passo proprio quando serviva lo sprint per non perdere terreno dalla capolista Juventus, probabile che sia affiorata un po’ di stanchezza anche dopo l’impegno settimanale che ha visto i biancocelesti uscire indenni proprio dallo Juventus Stadium ottenendo un risultato che potrebbe regalare loro la finale di coppa Italia. Ora, con questi risultati, il Napoli non può sbagliare a Parma, contro una squadra che dinanzi ai propri tifosi non ha mai capitolato, riuscirà la fame degli azzurri a mettere soggezione agli uomini di Donadoni?

Maurizio Longhi

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