La Corte dei Conti ha condannato gli ex sindaci Antonio Bassolin, Rosa Russo Iervolino e l’ex assessore e neodeputato Massimo Paolucci, per non aver impedito l’emergenza rifiuti a Napoli. Più di mezzo milione di euro di multa a testa. Condanne anche per altri tre amministratori: in totale dovranno risarcire 5.608.935,35 euro. I fatti si riferiscono alle vicenda dei 362 lavoratori dell’Ente di bacino n.5, il cui territorio coincide con quello del Comune di Napoli. Bassolino, Iervolino, Paolucci, l’ex vicesindaco Riccardo Marone e l’ex assessore Ferdinando Balzamo dovranno versare 560.893,53 euro cadauno. Più consistente la somma che dovranno sborsare gli ex assessori Ferdinando Di Mezza e Gennaro Mola, le cui responsabilità sono state ritenute maggiori: 1.402.233,83 euro. I giudici contabili hanno ritenuto che pur disponendo di tanta manodopera da destinare alla raccolta dei rifiuti, 362 lavoratori, il Comune di Napoli, preferì fondare una società ad hoc, l’Asia, continuandoli a pagare inutilmente. Alcuni di questi lavoratori furono impiegati per la raccolta differenziata della carta prodotta dai soli negozi, ma disponevano di appena 50 mezzi, peraltro mal funzionanti, su ciascuno dei quali potevano trovare posto al massimo tre persone: in tutto 150 su un totale di 362. L’Ente di bacino fu di fatto incorporato nella struttura burocratica del Comune; la sua gestione fu ”connotata da evidenti profili di diseconomicità ed inefficienza, il cui aspetto più eclatante e’ risultata la ridotta utilizzazione dell’ampia forza lavoro potenzialmente disponibile”.
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