Intercettazioni. Bongiorno: “Non sarò relatrice di questo black out”

Giulia Bongiorno non sarà più la relatrice alla Camera del ddl sulle intercettazioni. A dire no è stata la stessa presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, e deputata di Fli, in polemica con le ipotesi di modifica allo studio nella maggioranza. Il testo sulle intercettazioni arrivato in aula alla Camera “è un punto di mediazione”, ha detto Bongiorno, tra “idee diverse” perché “indica il momento in cui è possibile pubblicare il contenuto delle conversazioni telefoniche”. “Non riesco a comprendere perché negli ultimi giorni” la maggioranza stia elaborando “una marcia indietro assoluta” da quel testo “per arrivare a un black out. Io non me la sento di essere relatrice di questo black out”.
“O si rispetta quell’accordo che ha un significato politico forte – ha insistito Bongiorno – oppure si fa un passo indietro che non accettiamo. La decisione tuttavia – ha precisato la finiana – non è stata ancora presa. Vedremo domani. Ma mettere pezzi del ddl Mastella sul testo Bongiorno-Alfano sarebbe un obbrobrio”. Sembra proprio non piacere l’emendamento del Pdl che prevede il divieto di pubblicazione, anche nel contenuto o riassunto, fino all’udienza filtro in cui avvocati e magistrati sono chiamati a decidere quali siano gli ascolti rilevanti e quali no. Un giro di vite contro cui si dice contrario anche il Terzo Polo. ”Qualsiaisi tentativo di restringere ulteriormente il diritto all’informazione anche vietando la ricostruzione dei contenuti delle ordinanze di misure cautelari, sarebbe fuorviante e allontanerebbe la possibilità di confronto e d’intesa sul provvedimento”.

I centristi ribadiscono di essere contro “la pubblicazione indiscriminata” delle intercettazioni e di voler contribuire a superare “un problema enorme, non di facile soluzione”. Per questo domani ritireranno la pregiudiziale di costituzionalità e si asterranno su quelle presentate da Pd e Idv. Ma la mediazione raggiunta sul testo Bongiorno-Alfano rispetto al ddl Mastella è “un punto irrinunciabile, anzi migliorabile”. Servono poche regole ma chiare. “Chi sbaglia deve pagare, ma non torniamo indietro di due anni e mezzo”, precisa la Bongiorno. Pd e Idv annunciano una dura opposizione a quella che Dario Franceschini definisce una ”porcata”.  “Faremo di tutto. Metteremo in atto tutte le azioni di contrasto parlamentare che potremo, useremo tutte le virgole concesse dal regolamento”, aggiunge il capogruppo dei democratici.

Sulla stessa linea l’Idv. ”Mentre l’Italia è attanagliata dalla crisi, la loro priorità è mettere il bavaglio alla stampa e all’informazione – dice il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi – per coprire gli scandali e le malefatte che hanno travolto Berlusconi e la cricca. Non ci può essere nessun punto di mediazione con chi antepone gli interessi di uno a quelli del’Italia”.

 

 

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