Ancora guai giudiziari per Silvio Berlusconi. Dopo il processo Mediaset, la posizione del Cavaliere si aggrava anche nell’ambito delle indagini relative alla Bnl Unipol, in cui è imputato di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio. I giudici della Quarta Sezione Penale del tribunale di Milano hanno condannato il Cavaliere ad un anno di carcere. Per Paolo Berlusconi invece, è stata prevista una ìpena di 2 anni e 3 mesi di carcere. E’ stato inoltre disposto un risarcimento di 80 mila euro a favore di Piero Fassino, che si era costituito parte civile nel processo. Silvio Berlusconi era imputato in concorso in rivelazione di segreto d’ufficio insieme al fratello Paolo, che era accusato anche di ricettazione e millantato. Al centro dell’inchiesta, l’intercettazione Fassino-Consorte avvenuta in piena scalata a Bnl da parte di Unipol e che venne pubblicata su Il Giornale quando era ancora coperta dal segreto istruttorio.
“Un’altra invenzione della Procura di Milano”, aveva dichiarato Berlusconi venerdì scorso nella sua ultima apparizione in tribunale. In particolare l’ex premier aveva definito “paradossale” la sua situazione, cioè il fatto che a suo dire fosse “l’unico cittadino italiano sotto processo per aver contribuito a pubblicare una notizia coperta da segreto”. A far scattare le indagini, la diffusione della telefonata tra Piero Fassino e Giovanni Consorte all’epoca della mancata scalata di Unipol alla Bnl. In particolare sotto accusa sarebbe l’intercettazione della frase ‘Abbiamo una banca’ pubblicata da ‘Il Giornale’, di cui Paolo Berlusconi è editore, il 31 dicembre 2005. Secondo l’accusa quindi il Cavaliere aveva già ascoltato il nastro della registrazione nella sua villa di Arcore, la vigilia di Natale. Presenti il fratello Paolo e due imprenditori, Roberto Raffaelli (titolare della società Rcs che eseguiva per la procura milanese le intercettazioni telefoniche) e Fabrizio Favata. Sono loro a portare in dono a Berlusconi la telefonata, estratta dai pc della Procura di Milano quando non era ancora depositati agli atti. “Grazie, la mia famiglia vi sarà grata in eterno”, la frase che l’ex premier, sprofondato nella sua poltrona, avrebbe pronunciato dopo essersi risvegliato dal ‘torpore’, secondo la testimonianza di Favata. Diversa la versione di Raffaelli (Silvio Berlusconi “stava dormendo”), così come quella del Cavaliere: “non ho mai ascoltato conversazioni del genere” altrimenti “me lo ricorderei”, le parole di Berlusconi, pronunciate il 7 febbraio 2012, al gup Maria Grazia Domanico.
Alfano: “In atto tentativo eliminazione Cav”. Una sentenza che scatena l’ira del Cavaliere, resa pubblica dalle dichiarazioni di Angelino Alfano. Secondo il segretario del Pdl, “diventa sempre più chiaro che è stato messo in atto un tentativo di eliminazione di Silvio Berlusconi per via giudiziaria, essendo fallito quello per via elettorale e democratica. Il Pdl reagirà con tutta la forza di cui dispone per difendere la democrazia italiana”. Secondo Alfano “E’ sempre più chiaro che vi è un tentativo di eliminazione di Silvio Berlusconi per via giudiziaria, essendo fallito quello per via elettorale e democratica. Il Pdl reagirà con tutta la forza di cui dispone per difendere la democrazia italiana”.