Voto di scambio. Per questo motivo il pm della Dda di Milano Giuseppe D’Amico ha chiesto il giudizio immediato per l’ex assessore regionale lombardo Domenico Zambetti e per altre 17 persone, precedentemente arrestate nell’ambito delle indagini su infiltrazione della ‘ndrangheta anche nel mondo della politica.
Nei giorni scorsi era stato il gip Alessandro Santangelo a chiedere il giudizio immediatoe a disporre gli arresti. Tra le persone coinvolte nell’inchiesta ci sono anche Ambrogio Crespi, il fratello dell’ex sondaggista di Silvio Berlusconi e i presunti boss e affiliati alla ‘ndrangheta Eugenio Costantino, Alessandro Gugliotta e Vincenzo Evolo. Per Zambetti le accuse a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio.
In particolare l’ex assessore lombardo, avrebbe ottenuto circa 4 mila voti dalla ‘ndrangheta in cambio di 200 mila euro in contanti e di assunzioni e promesse di appalti. In precedenz<a era stato inoltre accertato
che la figlia del presunto boss Costantino era stata assunta all’Aler. Zambetti, invece, negli interrogatori si era difeso sostenendo di non aver mai comprato i voti delle cosche, ma anzi di aver subito minacce e di essere stato costretto a pagare e a fare promesse e favori. Secondo l’accusa, ad agire per conto dei vertici della ‘ndrangheta in Lombardia sarebbe stati Costanti e l’ altro presunto boss Giuseppe D’Agostino. Nell’inchiesta è emersa anche l’ombra delle cosche sul voto di Sara Giudice, (non indagata) la giovane figlia dell’ex consigliere comunale Vincenzo Giudice, che creò la campagna 'anti – Nicole Minetti'. La procura ha stralciato la posizione dei 18 per cui è stato chiesto il rito immediato, mentre per gli altri indagati si procederà con rito ordinario.
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