Prima li violenta e poi chiede perdono. Beh, anche questa volta don Riccardo Seppia si è comportato come un classico prete che, assolve i peccati dell’uomo perdonandolo. “Chiedo perdono per il mio comportamento ma voglio specificare che non ho mai attuato concretamente ciò che ho detto e scritto nelle telefonate e negli sms intercettati”. Leggermente contraddittorie le parole del parroco, prima chiede scusa e poi sostiene di non aver mai effettuato ciò che ha detto nelle telefonate, quindi la domanda sorge spontanea, ma per cosa, allora, chiede perdono l’ex sacerdote genovese?. La dichiarazione è avvenuta stamani dinanzi ai giudici della corte d’appello di Genova di fronte ai quali si è aperto il processo a suo carico per violenza sessuale su minore, tentata induzione alla prostituzione minorile e cessione di stupefacenti. Seppia ha fatto dichiarazioni spontanee. Il presidente della Corte, Maria Rosaria D’Angelo, ha aggiornato il processo al 22 marzo unificando il rito all’appello dell’ex sodale di Seppia, l’ex seminarista Emanuele Alfano. Ci sarà dunque un solo processo. Seppia in primo grado è stato condannato a nove anni e sei mesi di reclusione, Alfano a cinque anni.