di Andrea Viscardi
Silvio Berlusconi sente odore di congiura proveniente dall’ala ex democristiana che fa capo a due ex ministri, Scaiola e Pisanu che chiedono, anche se in modo implicito, un passo indietro al Premier per il bene del Paese o in alternativa un allargamento della maggioranza a Casini, che invece, vuole le dimissioni di Berlusconi con il varo di un Governo tecnico che guidi il Paese fino alle elezioni del 2013. Prima di volare in Russia per andare a festeggiare il compleanno del suo amico Putin manda in onda un’intervista sul sito dei promotori della libertà di Vittoria Brambilla dove detta quelle che saranno le prossime mosse del suo esecutivo e della sua maggioranza, cercando così di zittire i dissidenti. Sostanzialmente ribadisce che non si dimetterà prima del 2013, andrà avanti in Parlamento con il dl sulle intercettazioni, adotterà tutte le misure necessarie a favorire la crescita del Paese. Sul problema delle intercettazioni c’è da correre ai ripari perché al di là del fatto che hanno interagito con la vita privata del Premier,esse creano non pochi problemi in merito alla violazione della sfera privata dei cittadini onesti che ignari di quello che accade con i sistemi di ascolto si vedono all’improvviso sbattuti in prima pagina senza possibilità alcuna di replica. Non parliamo poi dei milioni di euro che vengono spesi. E’ di oggi la notizia che il capo dei PM di Bari ha dichiarato che la procura di Napoli in persona del pm Woodcock ha ordinato migliaia di intercettazioni inutili e quelle importanti ai fini dell’inchiesta anche raffazzonate. I costi di tutto ciò chi li paga?Il cittadini?Perché non il magistrato che ha sbagliato?Perché il magistrato non deve rispondere per i danni arrecati all’erario come ogni impiegato dello stato?La risposta la si può trovare in un serio riordino di tutto il sistema giudiziario. Per tornare all’intervista del premier non gli si può dar torto quando sostiene che non esiste l’opposizione o quanto meno solo alla sua persona, desiderosi di occuparne il posto ‘realizzando così il desiderio di tornare al potere in un Paese dilaniato da lotte fratricide tra le forze politiche di ogni appartenenza ma incapaci di indicare una valida soluzione ai problemi più urgenti. Persino quelle forze più moderate come l’Udc sembra non da qualche tempo interessarsi solo al disarcionamento del Cavaliere. Poi i cosiddetti “poteri forti” la Confindustria con i suoi accoliti che gridano ed inneggiano ad un radicale e repentino cambiamento, questa volta, sorprendentemente, a fianco della Cgil, fino a ieri avversari numero uno. Che celano?Mistero! In attesa di una proposta seria da parte di tutte le forze politiche e sociali, ci teniamo ancora il nostro Cavaliere che con il suo fardello governativo continua il suo cammino.