”L’Europa unita non sopravvive se non crea un’autorità finanziaria comune, in grado di stabilire le politiche economiche e fiscali per l’intero continente, e soprattutto di emettere bond”. I due freschi vincitori del premio nobel per l’economia, Tom Sargent e Chris Sims, dalle colonne della Stampa aprono agli eurobond. Secondo i due economisti, è ”illusorio pensare che potete salvare la moneta unica cacciando i Paesi più deboli: o ce la fate tutti insieme, oppure tutti insieme fallite”. Il quadro che traccia Sims su Euro e vecchio Continente non è edificante. ”Uno degli studi che abbiamo fatto parlava proprio delle premesse precarie dell’unione monetaria. C’è un grave vizio d’origine: avete la banca centrale, ma non esiste un’autorità che possa decidere le politiche fiscali o emettere bond. Così, in situazioni di crisi come quella attuale, non si capisce chi abbia il potere di prendere le decisioni necessarie. Le prospettive dell’euro sono cupe, se non aggiungerete presto alla banca centrale un’autorità capace di emettere eurobond e coordinare le politiche fiscali”. Sargent traccia un parallelo con gli Stati Uniti alla loro fondazione e sostiene che l’Europa “per salvarsi, dovrebbe imparare la loro lezione”. Il premio nobel per l’Economia boccia l’idea di far uscire i Paesi più deboli, in testa Grecia e Italia, per salvare l’Ue. Sargent ricorda che ”tra i tredici Stati che formarono gli Usa ce n’erano molti debolissimi, con debiti enormi. L’obiettivo dell’operazione di Washington ed Hamilton fu proprio quello di trasformare i creditori dei singoli tredici Stati negli investitori del nuovo e potente governo centrale federale. Quella scommessa pagò. Ma se voi europei non credete nel vostro progetto, non è spezzando gli anelli deboli che lo salverete”. D’accordo Sims: ”L’idea che l’euro possa sopravvivere cacciando gli Stati deboli è una pura illusione. Il progetto ha un senso solo se tiene insieme l’intero continente: o sopravvivete tutti insieme, oppure tutti insieme fallite”.
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