E’ stato scarcerato dopo 21 anni di detenzione, un uomo tibetano solo perché è in gravissime condizioni di salute. Secondo quanto riferito da fonti tibetane, Lodroe Gyatso, 52 anni, è stato scarcerato dopo aver scontato una dura condanna nella prigione di Chushul non lontano dalla capitale del Tibet, Lhasa. Gyatso, ha frequenti mal di testa ed è affetto da problemi polmonari e renali causati con tutta probabilità dai maltrattamenti subiti in carcere. L’uomo in un primo momento era stato condannato a 15 anni di carcere per omicidio, ma in un secondo tempo la pena era stata elevata a 21 anni per il suo impegno politico e il suo attivismo durante la detenzione. Il 4 marzo 1995, Gyatso aveva invitato gli altri prigionieri a protestare contro le autorità al grido di “il Tibet è indipendente, la Cina dovrebbe lasciare il Tibet”, invocando anche il ritorno del Dalai Lama ed esortando i tibetani a fare muro comune e a restare uniti. Inizialmente le autorità cinesi avevano deciso di condannarlo a morte, ma l’intervento in suo favore di Amnesty International gli evitò l’esecuzione.
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