Tanti amici, ma pari, o forse inferiori al numero dei nemici. Svariati avversari, soprattutto nei palazzi del potere che il senatore a vita era solito frequentare. Ma nel giorno della sua morte, politici e non, sono tutti d’accordo nel sostenere che con la morte di Giulio Andreotti scompare un pezzo della storia italiana.
Berlusconi: “Con Giulio Andreotti scompare un protagonista politico e un uomo di governo che ha fatto la storia d’Italia, dalla ricostruzione postbellica in poi. Leader tra i più autorevoli della Democrazia cristiana, ha saputo difendere la democrazia e la libertà in Italia in anni difficili, sia in quelli della contrapposizione tra cattolici moderati e comunisti, sia in quelli in cui la Dc diede un contributo decisivo, di vite umane e di valori, per la sconfitta del terrorismo brigatista. Contro la sua persona, la sinistra ha sperimentato una forma di lotta indegna di un Paese civile, basata sulla demonizzazione dell’avversario e sulla persecuzione giudiziaria: un calvario che Andreotti ha superato con dignità e compostezza, uscendone vincitore. Quello usato contro di lui é un metodo che conosciamo bene, perché la sinistra dell’odio e dell’invidia ha continuato a metterlo in campo anche contro l’avversario che non riusciva a battere nelle urne. Per questo auspichiamo che agli anni della demonizzazione segua finalmente una pacificazione, di cui il governo appena insediato possa rappresentare il giusto prologo. Andreotti é stato anche un’icona della cultura popolare per la sua longevità politica e per l’innata ironia, celebrata in molti libri e film. ’Non c’é rosa senza spine, non c’é governo senza Andreotti’ diceva di lui il popolo. Era un’Italia che sapeva sorridere e amava la libertà. L’Italia migliore, l’Italia dei moderati, la nostra Italia”. E’ quanto afferma in una nota, l’ex premier Silvio Berlusconi.
Massimo D’Alema. “Con Andreotti scompare uno dei maggiori protagonisti della vita politica e democratica del Paese del dopoguerra, la personalità che forse più di ogni altra ha rappresentato la continuità del ruolo di governo e della centralità politica della Democrazia cristiana nella storia della prima Repubblica”. Lo si legge in un messaggio del presidente della Fondazione Italianieuropei, Massimo D’Alema. “Si è trattato certamente – aggiunge D’Alema – di un leader anche molto discusso nei diversi momenti della sua lunga esperienza politica e per la sua concezione del potere. Tuttavia, non si può negare che egli abbia mantenuto aperto il dialogo anche con forze politiche lontane dal suo pensiero e che abbia contribuito a consolidare il ruolo e la presenza internazionale del nostro Paese, concorrendo così in modo determinante a fare la storia dell’Italia repubblicana”. “Nella mia vita – conclude D’Alema – ho avuto con lui diverse opportunità di incontro e di dialogo, sin da quando, nel lontano 1977, insieme ad altri responsabili delle organizzazioni giovanili, ci recammo da lui, che era presidente del Consiglio di un governo di solidarietà nazionale, per chiedere un impegno particolare per il lavoro dei giovani. Ciò si tradusse nel varo della legge 285 per l’occupazione giovanile”.
Fioroni. Cordoglio anche da parte del deputato del Pd Beppe Fioroni, che afferma: “Sono profondamente addolorato per la scomparsa di un uomo che ha caratterizzato la crescita e lo sviluppo del nostro Paese. Per chi lo ha conosciuto e apprezzato lascia comunque un vuoto di capacità, competenza e soprattutto rispetto del senso dello Stato e della Costituzione”.
Bernini. “La morte di Giulio Andreotti consegna alla storia la figura di un grande politico che per oltre 50 anni ha saputo essere simbolo della difesa della democrazia e della libertà e punto di riferimento per i moderati italiani”. Lo afferma la portavoce nazionale vicaria del Pdl, Annamaria Bernini.
Iervolino. “Ricordo la coerenza dell’uomo in tutte le vicende politiche e il suo profondo rispetto della persona umana, della famiglia e della libertà”. L’ex ministro degli Interni ed ex sindaco di NapoliRosa Russo Iervolino, intervistata da Fanpage.it, ha ricordato Giulio Andreotti, con il quale ha condiviso due esperienze di governo. Iervolino ha sottolineato di aver apprezzato in Andreotti “la sua perfetta conoscenza della macchina dello Stato e l’attenzione verso il lavoro di tutti i ministri”. “È stato l’uomo più potente d’Italia? Certamente è stato un uomo potente – ha detto Iervolino – ma la potenza non è un qualcosa di negativo se legittimamente acquisita”. E quanto alle vicende giudiziarie “lui – ha ricordato- si è sempre sottoposto ai processi ed ha rispettato le decisioni de giudici, a differenza di altri”. E “mi riferisco anche a Berlusconi”.
Forattini. Uno dei commenti più belli, è quello di Giorgio Forattini, che nonostante abbia ‘sbeffeggiato’ Andreotti con quasi 500 vignette ed un libro solo su di lui Andreacula, non ha mai ricevuto una querela. “Giulio Andreotti è stato uno statista che nel bene e nel male ha segnato la vita del paese, dotato di grandissimo senso dell’umorismo. Oggi la satira in Italia è morta, i quotidiani hanno paura di pubblicarmi”. “Ogni volta mi chiedeva gli originali delle mie vignette, dice Forattini all’Ansa, era un’autentico collezionista. Quando mi capitava di incontrarlo per strada nel centro di Roma la scorta mi bloccava lui invece mi veniva incontro sorridente, lui può passare è un mio amico…”. Andreotti, insiste Forattini “l’ho rappresentato in mille maniere, alcune vignette erano proprio cattive, e non mi ha mai querelato. Ricordo che per i suoi 90 anni, durante una trasmissione, qualcuno gli chiese cosa ne pensasse di me, lui replicò: “Io sono stato inventato da Forattini!”. Ha disegnato vignette per le principali testate giornalistiche italiane da Paese Sera, a La Repubblica, La Stampa, Panorama solo per citarne alcune “ma oggi pubblico le mie vignette solo su internet e nei libri. I quotidiani sono terrorizzati dalle querele”. Forattini annuncia che pubblicherà nelle prossime ore sul suo sito una vignetta su Andreotti “lo ritrae con le orecchie come grandi ali vola su una spiaggia al tramonto dell’Italia”.