L’indagine sulle migliaia di multe e ricorsi cancellati ai deputati e ai senatori, ormai si sta allargando a macchia d’olio. Nel mirino i vigili urbani. I fatti sono accaduti nell’Ufficio contravvenzioni del Comune dove, a partire dal 2011, è operativo un comparto riservato alla lavorazione dei verbali per le violazioni del Codice delle strada relative a una ristretta cerchia di persone. A scoprire l’esistenza di questo ‘settore speciali’ è stata la Procura di Roma che ha aperto l’indagine che hanno condotto lunedì all’arresto di Tiziana Diamanti e Angelo Vitali, due dipendenti dell’Ufficio. L’inchiesta è ancora in una fase embrionale. I due funzionari dei vigili urbani sono accusati di concorso in falso ideologico mediante soppressione di atti pubblici. La bufera giudiziaria è esplosa a seguito della denuncia di Pasquale Pelusi, direttore del dipartimento Risorse economiche dell’ufficio, insospettito dall’improvvisa scomparsa di un numero di verbali troppo consistente per essere casuale. A gettare altra benzina sul fuoco, è la scomparsa del materiale cartaceo attraverso il quale gli investigatori potrebbero capire se le operazioni siano state condotte proprio per favorire un gruppo privilegiato di cittadini escludendoli dal pagamento delle contravvenzioni. Non è chiaro neanche da quando è operativa la direttiva di trattare in modo distinto un ristretto numero di persone. Al momento, nelle mani dei pubblici ministeri ci sono le liste delle macchine a cui sono state elevate le contravvenzione poi sparite nel nulla. Le auto sono quelle guidate dai dipendenti dei parlamentari: auto blu.
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