Berlusconi ce l’ha fatta. La Camera ha confermato la fiducia al governo. I voti a favore sono stati 316, 301 i contrari. La maggioranza richiesta era di 309 voti. I votanti in tutto sono stati 617. Il risultato è stato accolto da un forte applauso dai deputati di maggioranza.
“Avrò la fiducia dopo aver sventato la figuraccia dell’opposizione che ha sbagliato i suoi calcoli, mettendo in atto i vecchi trucchi del più bieco parlamentarismo e offrendo un’immagine su cui gli italiani rifletteranno”. Pochi istanti prima di incassare la fiducia, il presidente del consiglio spara a zero sulle opposizioni che non riescono, per l’ennesima volta, a far capitolare il Cav. Con il sorriso sulle labbra, il premier annuncia che dopo il Cdm di oggi salirà al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Radicali decidono di votare: Hanno optato per il voto, cinque deputati dei radicali. Sono gli unici esponenti dell’opposizione che hanno deciso di votare, alla prima chiama. Si sono schierati tutti, contro la fiducia.
Si inizia a votare. Maggioranza in difficoltà: Maggioranza in bilico, appena cominciato il voto di fiducia alla Camera. Le assenze dell’ultimo minuto, ma anche la tattica parlamentare decisa dalle opposizioni stanno mettendo in difficoltà il governo. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si dice sciuro che questa sera il governo ci sarà ma subito aggiunge di non sapere se ci sarà la maggioranza assoluta. Per lui basta vincere ma deve fare i conti con i numeri. L’opposizione è ancora sull’Aventino: si presenterà in Aula a votare solo dopo che la maggioranza avrà assicurato di avere il numero legale. Al momento circa 50 deputati sono ufficialmente “in missione”. E proprio le numerose assenze stanno mettendo in difficoltà il governo. Per ora mancano all’appello gli scajoliani Giustina Destro e Fabio Gava. Luciano Sardelli, dopo aver annunciato di non voler votare la fiducia è a colloquio con il presidente del consiglio Berlusconi. Anche il collega ‘responsabile’ Michele Pisacane non è a Montecitorio e sarebbe a Napoli, deciso a non votare. Ancora in forse, invece, Antonio Milo. Nonostante le assenze, tra le file del Pdl regna un cauto ottimismo. “Arriveremo a317”, dicono fonti della maggioranza. Ma fino all’ultimo si fanno e rifanno i conti: nulla è per ora scontato.