La linea monetaria adottata dalla BCE continua ad essere avversata da autorevoli rappresentanti del partito della Cancelliera, dei liberali e dall’opposizione socialdemocratica,per non parlare poi della Bundesbank. Essi ritengono che l’indebolimento dell’euro dipende dall’eccessivo acquisto, da parte della BCE, di titoli pubblici di Paesi con uno spread troppo alto che finiscono per indebolire la moneta unica. Bisogna, però, osservare che se la BCE si limitasse ad acquistare titoli solo dalla Germania il loro tasso di rendimento sarebbe inferiore all’inflazione,non saprebbe poi come far quadrare il proprio bilancio, perché avrebbe ricavi finanziari inferiori ai costi di gestione.Quindi ha comprato titoli ad alto rendimento,di stati solvibili,che hanno praticato politiche di bilancio che lasciano intravedere una graduale riduzione del debito pubblico. Ma tenuto conto della linea inflessibile della Bundesbank, importanti banche mondiali sono convinte che l’euro possa terminare addirittura nel 2013 per il dissidio perenne e mai sopito tra il Governo di Berlino e la BCE, al quale fa eco quello tra le banche tedesche sull’unione monetaria.Quest’ultima è necessaria perché non si può avere unione monetaria senza una solida unione bancaria.Infatti le banche prestano più denaro di quanto ne hanno in cassa e quanto sono a corto di liquidità ricorrono alle banche centrali. Se però queste non sorvegliano, si può avere l’insolvenza delle banche debitrici,come è accaduto per quelle irlandesi,spagnole e per quelle greche.Ciò costringe i governi ai salvataggi generando un aumento del debito pubblico. E quindi non si può gestire il debito pubblico in maniera razionale se non c’è un’unione bancaria,tenendo conto del fatto che le banche acquistano la maggior parte del debito pubblico contratto dai propri stati.Ma attualmente la Germania si oppone all’unione bancaria europea nel progetto formulato dalla Commissione di Bruxelles perché le sue banche sono molto influenti politicamente e non sopportano l’organismo della BCE. Infine è importante ricordare che il bilancio dell’unione europea è di 120 miliardi di euro annui e con esso si potrebbero fare grandi investimenti per infrastrutture per contrastare la recessione economica.Ma questo non è possibile perché più della metà delle spese viene investito in agricoltura e di questa ne beneficiano soprattutto Germania, Olanda Danimarca e Francia .Risultato finale: perché alla Germania dovrebbe convenire continuare a versare il 28% al fondo salva stati ? Sarebbe più conveniente uscire dall’euro e tornare al marco.Di questo dovrebbe tenerne conto anche il nostro Governo e precedere i tedeschi nel loro furbesco intendimento.
Tags Andrea Viscardi editoriale
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