Indignati : proteste contro il Ministero delle Pari Opportunità

Le proteste degli indignati, hanno colpito anche il ministero delle Pari opportunità. “Questa mattina siamo davanti al ministero delle Pari Opportunità per protestare contro tutti i poteri illegittimi e antidemocratici che invece di promuovere politiche che favoriscano la libertà e l’autodeterminazione di tutti, sono vassalli servili della Bce, delle banche e di questo governo indecente”. Così si legge in una nota del movimento ‘Lotto tuttolanno”. E poi si sottolinea: “Il ministero delle Pari opportunità è responsabile del piano Sacconi – Carfagna che con la sua idea di conciliabilità, di fatto rende più precario il mondo del lavoro e annulla i nostri diritti con lo scopo di relegarci in casa a svolgere lavoro di cura gratuito”. Quindi si annuncia che oggi, “in occasione della giornata di mobilitazione euro-mediterranea contro l`austerity”, viene messo in atto “uno spazio collettivo contro le politiche neo liberiste globali. Saremo riconoscibili durante il corteo, perché ci truccheremo di rosso. Perché? Per sembrare meno buone!”

Roma : centro della rivolta degli indignati: Una protesta che vede uniti i giovani di tutt’ Italia, che hanno voglia di ribellarsi ad un Governo che, lungi dal rimediare ad una crisi dalle dimensioni sempre più elevate, sta, al contrario, operando in modo tale che i ragazzi di oggi, abbiano sempre meno definito il proprio futuro.

Ed ecco, che l’indignazione si manifesta con slogan del tipo: ‘Noi il debito non lo paghiamo’ , o ancora ‘Uniti per il cambiamento globale’. Saranno questi infatti i leitmotiv della protesta che invaderà le strade del centro di Roma nel giorno della mobilitazione internazionale indetta “contro le politiche economiche di governi europei, banche, multinazionali e poteri forti”. Nella capitale sono attesi fino a 150.000 manifestanti, che nel primo pomeriggio daranno vita a un corteo dalle premesse pacifiche e costruttive, ma che si teme possa degenerare in disordini e violenze. Ma anche a Madrid ad Atene,a  New York a Tel Aviv, sono centinaia le mobilitazioni degli indignati previste oggi tra Europa e altre regioni del mondo (in 952 città di 82 Paesi), per protestare per “la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia causata dalle politiche anticrisi, che difendono i profitti e la speculazione finanziaria”. A Roma arriveranno da tutta Italia, con pullman, auto e treni da oltre 50 province. L’appuntamento è alle 14 a piazza della Repubblica (gli studenti della capitale partono alle 13 dall’università La Sapienza): dopo aver attraversato via Cavour, Largo Corrado Ricci, via Dei Fori Imperiali, piazza del Colosseo, via Labicana, via Manzoni, via Emanuele Filiberto, il corteo raggiungerà piazza San Giovanni. Qui, in una prima fase, si svolgeranno brevi interventi di protagonisti di esperienze di lotta in corso nel Paese; quindi sei tir con amplificazione si dislocheranno in diversi punti piazza per facilitare una discussione tra i presenti sulle lotte contro la crisi e le proposte per uscirne. A manifestare, ci saranno i movimenti più svariati, dai  noglobal ai No Tav, dai sindacati non confederali al Popolo Viola, dagli anarchici ai collettivi studenteschi, dai centri sociali ai partiti comunisti extraparlamentari, dai disoccupati ai precari.

La manifestazione sarà guidata  dai due striscioni ‘People of Europe Rise Up’ in più lingue e ‘Cambiamo l’Europa, cambiamo l’Italia’. L’idea, oltre che sfilare per la città, è dare vita a delle occupazioni con le tende di piazze e luoghi limitrofi al percorso, sullo stile degli indignados di Puerta del Sol a Madrid. L’operazione è stata ribattezzata ‘Yes We Camp’: “Scendiamo in piazza per rimanerci. Portate una tenda”, ha avvertito nei giorni scorsi il Coordinamento nazionale dei collettivi. In centro la circolazione privata sarà off-limits e il trasporto pubblico sarà stravolto (dalle 14 alle 21 deviate 39 linee di bus, tram limitati, dalle 12 quattro stazioni metro chiuse: Colosseo, Cavour, Piazza di Spagna e Barberini). Ma a preoccupare di più è la possibilità di incursioni improvvise di gruppi sciolti di manifestanti, blitz di piccoli nuclei di black-bloc che lasciano il corteo principale per ‘attaccare’ obiettivi sensibili, istituzioni o banche. Ancora è vivo, infatti, il ricordo dei disordini del 14 dicembre 2010, quando nel centro storico si scatenò una guerriglia urbana con strade e piazze devastate e auto e blindati dati alle fiamme. Il piano sicurezza è pronto, l’allerta è massima da giorni: la città non sarà militarizzata e le forze dell’ordine opereranno secondo un dispositivo ‘ad assetto variabile’, in grado di intervenire tempestivamente in base all’evoluzione degli scenari. La priorità è “garantire il diritto dei manifestanti ad esprimere il proprio dissenso, purchè nel rispetto della città”. Gli obiettivi sensibili saranno inviolabili, ma i cambiamenti di percorso non saranno vietati a prescindere: si valuterà minuto per minuto a seconda delle intenzioni dei manifestanti.

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